MEDA – Valorizzare la parte medese del Bosco delle Querce, l’area più colpita dalla diossina ai tempi del disastro chimico dell’Icmesa nel luglio 1976, “restituendola” alla cittadinanza e collegandola con la altre zone verdi o attrezzate del territorio. E’ la richiesta di Vermondo Busnelli, capogruppo del Polo Civico per Meda, avanzata anche nel corso della seduta consiliare di fine febbraio.
L’occasione è stata offerta dal rinnovo della convenzione per la manutenzione del Bosco delle Querce e delle sue infrastrutture. Un’area che sorge per la gran parte sul territorio di Seveso (427 mila metri quadrati) e che, tuttavia, comprende anche 78 mila metri quadrati situati nei confini di Meda.
“Visitando le due aree di Seveso e di Meda – afferma Busnelli – appare evidente la diversa fruizione e le modalità di accesso al pubblico. La parte di Seveso è regolarmente aperta, con programmi di crescente coinvolgimento dei cittadini. La parte di Meda è ancora chiusa al pubblico, spesso più trascurata e abbandonata; in anni passati erano stati riportati episodi di coltivazione, non autorizzata, di cannabis. Come Polo Civico di Meda, abbiamo sempre sollecitato iniziative che potessero rendere più fruibile al pubblico anche la nostra porzione, in modo sicuro, sostenibile e compatibile con le sue caratteristiche naturalistiche”.
“La richiesta – aggiunge Busnelli – è coerente con il nostro Pgt (Piano di governo del territorio), che prevede la riqualificazione del Tarò, come uno dei suoi pilastri; ci aspettiamo, quindi, che anche la parte del torrente all’interno del bosco delle querce sia valorizzata con sentieri e percorsi ciclo pedonali, in sicurezza e compatibili con l’ambiente naturale del bosco, con la prospettiva di collegare l’area con la rete ecologica comunale e sovracomunale. Abbiamo anche segnalato la poca trasparenza e la non facile accessibilità al resoconto e alla documentazione delle spese, al programma annuale delle attività di informazione, animazione ed educazione, ai risultati dei controlli e delle analisi sui percolati delle vasche, sulle falde e delle altre verifiche eseguite nell’ambito del programma della convenzione. Ricordo, per inciso, che la vasca di Meda è la più vecchia delle due e contiene anche fanghi, diversamente della vasca di Seveso”.
Il Polo Civico di Meda sottolinea che la parte di Seveso è stata riaperta nel 1996, vent’anni dopo l’incidente diossina, in modo progressivo. Quella di Meda, 43 anni dopo, non è ancora fruibile. Oltre alla riqualificazione, la proposta prevede anche il collegamento con altre aree quali il vicino centro sportivo, il Parco Groane, il parco della Brianza centrale e la rete ecologica e ciclopedonale della città.