MONZA – A Monza è stato inaugurato lo sportello As.I.A (Associazione inquilini e abitanti). Ospitato nei locali della Usb in via Cavallotti 55 diventa un punto di riferimento per i cittadini in emergenza abitativa.
Un problema molto sentito anche nella città di Teodolinda. Secondo i numeri forniti da Michele Quitadamo, già presidente dell’Unione inquilini di Monza e Brianza e oggi referente cittadino dell’Associazione inquilini e abitanti, a Monza sono oltre 600 le famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare e circa 200 gli alloggi sfitti tra case comunali e Aler, nel 2017 sono stati spesi poco meno di 500 mila euro per gli interventi di sostegno alle famiglie sfrattate con il trasferimento dei minori e delle madri in albergo.
Michele Quitadamo per risolvere il problema dell’emergenza abitativa in città lancia un’idea: ricavare dall’ospedale Vecchio di via Solferino oltre un centinai appartamenti e riunire tutti gli uffici comunali che attualmente sono dislocati in strutture dove il Comune paga un affitto nel vecchio nosocomio.
Nel frattempo, secondo il referente As.I.A, si potrebbe investire sul recupero degli alloggi già esistenti. “In città ci sono molti alloggi che necessitano di interventi di ristrutturazione – prosegue – Invece di lasciare famiglie in mezzo a una strada si potrebbero assegnare questi appartamenti decurtando dall’affitto richiesto agli inquilini quegli interventi di manutenzione e ristrutturazione, il tutto naturalmente con debita fattura. In questo modo si risolverebbe il problema di famiglie senza casa, e gli alloggi verrebbero comunque rimessi a nuovo”.
Poi un altro problema: lo sfratto che non solo lascia la famiglia in mezzo a una strada, ma la divide. La legge prevede infatti la presa in carico da parte del Comune della madre e dei minori che vengono ospitati in strutture ricettive, mentre il padre è spesso costretto ad arrangiarsi. “Il Comune nel 2017 ha speso poco meno di 500 mila euro per ospitare, in seguito allo sfratto, madri e i minori in strutture ricettive –spiega – Invece di disgregare una famiglia e far spendere al giorno centinaia di euro per vitto e alloggio in albergo si potrebbero utilizzare quella ventina di alloggi di emergenza che ci sono chiedendo un affitto irrisorio. Dovrà essere una soluzione temporanea, certamente più economica per le casse del Comune e migliore per il nucleo familiare”.
Infine Quitadamo punta il dito contro i fondi messi annualmente a disposizione per gli interventi di manutenzione ordinaria negli appartamenti comunali. “L’anno scorso sono stati stanziati 30 mila euro complessivi da spalmare su circa 1200 alloggi comunali – conclude -. È una cifra irrisoria, l’amministrazione su questo tema è latitante. Bisogna tornare ad avere rispetto e cura di questi beni pubblici dove un tempo i cittadini era felici ed orgogliosi di vivere”.
Barbara Apicella