BIASSONO – La polemica cittadina va a sbattere contro le pietre d’inciampo. Ovvero contro quei blocchetti che, ormai con sempre maggiore diffusione, vengono installati davanti alla porta della casa in cui ha risieduto ufficialmente per l’ultima volta la persona deportata, per far sì che ognuno con lo sguardo possa “inciampare” e riflettere almeno un momento. In Europa, a partire dalla prima pietra collocata a Colonia nel 1992, a oggi ne sono state inaugurate più di 70 mila. Di recente anche in Brianza, tra Cesano Maderno, Lissone e Seregno.
La richiesta è stata presentata in Consiglio comunale dalle liste di minoranza, “Biassono Civica” e “Lista per Biassono”, che hanno raccolto l’appello della sezione cittadina dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) per ricordare le vittime biassonesi del nazismo. Un’iniziativa, quella di ricordare i caduti, che di solito in tutte le città trova tutti d’accordo. Qui, invece, è diventata la causa di una feroce polemica.
“La domanda – spiega Diego Colombo, di “Biassono Civica” – era semplice e prevedeva una risposta altrettanto elementare: un sì o un no. Ed eventualmente, in caso di risposta negativa, le motivazioni del no. Ai nostri illuminati leghisti, purtroppo, è venuta l’idea di fare una mozione alternativa: posare una targa in memoria dei caduti di tutte le guerre. Alle mele si è risposto con le pere: ricordare tutti per non ricordare nessuno. E’ il trionfo della meschinità, della più vile furberia, della più miserabile povertà morale”.
A rincarare la dose ci pensa Alberto Caspani (“Lista civica per Biassono”), definendo l’accaduto “una delle pagine più indegne della storia biassonese”. “Siamo stati testimoni di una cecità ideologica tanto bieca – aggiunge Caspani -, che non solo offende la memoria della nostra comunità e di tutti i deportati nei lager, ma mostra anche pericolosissimi segni di relativismo storico. Una superficialità, nell’analisi degli eventi accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale, che si accompagna alla scomparsa di ogni forma di distinzione fra bene e male, fra giusto e ingiusto”.
Dopo il Consiglio comunale anche la sezione cittadina dell’Anpi ha ritenuto doveroso far sentire la sua voce, esprimendo la sua più profonda delusione per quanto è avvenuto nell’aula consiliare: “Il senso di una pietra d’inciampo è proprio quello di “ostacolare il passo”, suscitare attenzione e curiosità, farsi una domanda sulla storia che porta incisa. Le pietre d’inciampo sono un monumento diffuso nelle strade delle città, da inciamparci per fermarsi a pensare. Ma proprio questo, evidentemente, risulta insopportabile per chi sta amministrando il nostro Comune”.
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Ho dato il mio assenso affinché Biassono Civica potesse pubblicare sul suo blog il mio pensiero sulla questione delle pietre d’inciampo.Tanto è vero che lo avevo pubblicato sul mio profilo Facebook. E ciò è stato fatto riportando il mio nome. Non è però corretto far uscire le mie parole virgolettate dalla bocca di tale Diego Colombo.Mi auguro per lui che Diego Colombo abbia anche un pensiero suo sull’argomento senza bisogno di far proprio il pensiero di altri. Questa non mi è piaciuta, sarò più prudente in futuro.