BERGAMO – Era stata accusata di aver fatto la furbetta. Anzi, molto peggio: di avere portato l’hashish al figlio, detenuto nel carcere di Bergamo. Alla fine le analisi le hanno dato ragione: non si trattava di alcuna sostanza stupefacente, bensì di banalissima cannella.
I fatti risalgono alla fine del mese di gennaio. Una donna marocchina di 66 anni, insieme al figlio di 35, era andata in carcere a trovare un altro familiare. Un altro figlio finito dietro le sbarre per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Quando gli agenti di Polizia penitenziaria hanno aperto la confezione che reggeva tra le mani e hanno subito sentito un forte profumo, non hanno avuto dubbi: hashish. La donna è stata accusata, insomma, di introdurre droga nel carcere.
Lei ha provato in tutti i modi a spiegarsi, ma la sua scarsa conoscenza della lingua italiana l’ha penalizzata e non le ha permesso di esprimersi al meglio. Di fatto la donna era stata denunciata. E’ finita davanti al giudice per l’udienza preliminare che, venerdì 22 marzo, in cuor suo si sarà fatto una bella risata: le analisi dell’Ats Bergamo hanno rivelato che la donna, in realtà, stava portando al figlio uno spezzatino con la cannella.
Ovviamente la donna è stata assolta. Le guardie staranno più attente prima di denunciare, a lei converrà comunque fare un corso di italiano.