SEREGNO – Trasporti, sanità, sicurezza, manutenzione del territorio. Tanti temi che stanno molto a cuore ai cittadini. Sul tavolo del sindaco Alberto Rossi, quotidianamente, c’è però anche un altro argomento da affrontare che non è visibile da chi non vive la realtà del palazzo comunale e che non si riesce a percepire nella sua dimensione effettiva: il problema del personale.
“Quel 26 settembre 2017 – racconta Rossi – quell’operazione dei Carabinieri con l’arresto del sindaco Edoardo Mazza e il blitz negli uffici, ha lasciato il segno. Inutile negarlo. A distanza di un anno c’è una situazione che non è possibile negare: l’effetto di quello sconquasso sugli uffici non è ancora esaurito. E non possiamo girare la testa dall’altra parte per fare finta di nulla. Bisogna avere il coraggio e la responsabilità di affrontare il problema, nell’interesse di tutta la collettività”.
Il sindaco ne era ben consapevole fin dal giorno della sua vittoria elettorale. Non a caso uno dei primi atti compiuti è stato quello di portare i dipendenti ne “L’Auditorium” di piazza Risorgimento, proprio alle spalle del municipio, lasciando fuori i dirigenti. Voleva ascoltare chi lavora negli uffici. “Quel giorno ho trovato una rabbia positiva, una voglia di riscatto – raccontava Rossi a dicembre facendo il bilancio dei primi sei mesi in municipio -, anche se è logico che a fronte di qualcuno che ha grinta e reagisce con carattere c’è anche chi si lascia andare e ha bisogno di essere stimolato”.
La situazione è stata sottolineata di nuovo in questi giorni in Consiglio comunale, quando l’opposizione ha chiesto alla maggioranza di non fare più riferimento al blitz dei Carabinieri, per addossare colpe visto che, in mezzo, ci sono stati anche otto mesi di gestione di due commissari straordinari.
“Il riferimento – ha replicato Rossi – non è a chi mi ha preceduto e agli assessori dell’epoca. Io parlo degli uffici. Non si può voltare pagina come chiede l’opposizione. Non è finito l’effetto sulla macchina comunale. Il commissario straordinario, da questo punto di vista, non è stato in grado di risolvere le questioni. Lo posso dire chiaramente. Anzi, posso anche raccontarvi che è stata sua premura mettermi al corrente di questa criticità il giorno del passaggio delle consegne”.
A chi gli chiedeva di essere più esplicito, Rossi ha risposto senza nascondersi: “C’è un processo pendente, riguarda anche il personale del Comune. Ci sono visite dei Carabinieri non esaurite. Abbiamo una situazione di dipendenti legittimamente impauriti o affaticati. Anche assumersi responsabilità di fronte a certe situazioni ora è diventato un problema”.