MONZA – L’India è sempre stata nel suo cuore e nei suoi sogni, ma non avrebbe mai immaginato che in quella terra lontana e affascinante la sua vita sarebbe radicalmente cambiata.
Una storia che ha il sapore della fiaba orientale quella che vede come protagonista la brianzola Simona Bocchi: classe 1972 un diploma al liceo artistico Terragni di Como e una successiva formazione in diverse accademie d’arte in Italia e all’estero. Poi il trasferimento a Verona, l’avvio della carriera artistica e all’apice del successo la decisione di abbandonare tutto e tutti per trasferirsi, zaino in spalla, in India dove ha vissuto per dodici anni. La sua nuova casa la citta di Udaipur, nella regione del Rajasthan, città dei laghi con quasi 400 mila abitanti. “Ero io quella diversa, l’occidentale – racconta – Circondata da una società dove ho conosciuto l’estrema povertà, ma anche la ricchezza nel palazzo del maharaja”.
E proprio il “grande re” indiano è stato conquistato dall’arte della brianzola. Un contatto con il nobile indiano arrivato quasi per caso. “Mi sono presentata a Palazzo in bicicletta – continua – La gente si fermava a guardarmi: una donna occidentale in bicicletta era un evento raro, visto che quel mezzo veniva utilizzato dalle caste più basse”. Ma proprio grazie alla sua naturalezza il maharaja è rimasto folgorato da Simona. “Mi ha preso a cuore – racconta – Mi invitava ai grandi eventi e sono riuscita persino a organizzare una mostra all’ambasciata italiana. Un’amicizia che negli anni si è pian piano consolidata e quando c’era bisogno di un interprete occidentale venivo subito interpellata. Come quella volta in cui feci da tramite in occasione della pubblicità di Nicole Kidman girata nel Palazzo del maharaja”. Poi l’incontro con i monaci tibetani, arrivando a conoscere il Dala Lama. Con la grande missione di far arrivare il loro messaggio anche in Occidente. “Attraverso la Fondazione culturale Global world of music and arts association – conclude – accompagno i monaci tibetani in giro per il mondo facendo conoscere la loro tradizione, arte e messaggio. Nella consapevolezza che l’arte è una forma di meditazione. Dall’India sono stata accolta a braccia aperte, e adesso l’Italia accoglie i monaci con immenso amore”.
B. Api