MONZA – Altro che animali diffidenti e solitari che disdegnano le attenzioni umane. Ai gatti piace essere al centro dell’attenzione, ma bisogna anche saperli prendere. Per la gola e giocando. Questi gli ingredienti del “Progetto Coccole” promosso dai volontari dell’associazione Gattolandia via Sardegna che nel loro gattile accolgono circa un’ottantina di mici, di tutte le età, razze, alcuni malati o che hanno subito esperienze di maltrattamento e abbandono.
Ai gatti di Gattolandia non manca nulla: se non una famiglia che apra loro le porte di casa accogliendoli. Certo per qualcuno è più facile conquistare l’amore degli umani. Per qualcun altro, anche a causa di un passato di sofferenza e di un carattere bisbetico, la socialità familiare va stretta. Ed è proprio a questi mici “asociali” che si rivolge il “Progetto Coccole”: due volte al mese viene organizzata una serata dedicata alle coccole durante la quale i mici iniziano a socializzare con gli umani, per imparare a prendere fiducia e un giorno poter quindi essere adatti anche a vivere in famiglia. I partecipanti cercano di “addomesticare” i mici più birichini a suon di croccantini e di giochi. Incassando, naturalmente, qualche graffio.
Il progetto sta funzionando e qualche micio ex bisbetico (come per esempio Diabolik) si è addolcito e ha trovato casa. Ma c’è chi, magari ancora in attesa di adozione ha imparato a mangiare anche in presenza di estranei o a farsi accarezzare.
È necessaria parecchia pazienza: dietro ai bisbetici ci sono storie di abbandono, di mutilazioni, di strada e di cattiveria e il gatto è quindi diffidente verso l’uomo. “A Gattolandia ai mici non manca niente – spiega Manuela Monitto consigliera di Gattolandia – Tutto il giorno c’è un via vai continuo di volontari impegnati soprattutto nella pulizia, nella preparazione dei pasti e non sempre si riesce a trovare il tempo adeguato anche per coccolarli e riempirli di attenzioni”. La tenerezza, si sa, fa miracoli (come i croccantini e i tira graffi).
Cuccioli, adulti, anziani, giocherelloni, timidi, solitari: sono tanti i gatti che vivono nel gatto parco di Sant’Albino e che sono alla ricerca di una famiglia. “Alla fine è il gatto che sceglie il suo padrone – conclude Manuela – Ho visto persone venire per adottare un gatto bianco e giovane e dopo aver fatto il giro del gattile innamorarsi e tornare a casa con un micio attempato e nero”.
Barbara Apicella