MONZA – Ha chiesto di convocare una commissione consiliare per affrontare il tema della Pro Monza, ma poi l’ha abbandonata dopo pochi minuti. Paolo Piffer, capogruppo della lista civica “Civicamente con Piffer sindaco”, è infuriato per come è stato affrontato il discorso della Pro Monza. Talmente arrabbiato che, una volta abbandonata la commissione, ha cambiato stanza e in diretta su Facebook si è lasciato andare a uno sfogo.
“E’ successo una costa strana – ha raccontato ai suoi follower -. Non mi è mai capitato di abbandonare, soprattutto all’inizio, ma anche durante, una commissione consiliare che, fra l’altro, ho richiesto io. Diverse settimane fa ho chiesto di convocare una commissione consiliare ad hoc sulla Pro Monza, associazione che ha sede sotto i portici del Comune, che si occupa di turismo, con i dipendenti pagati con i soldi dei cittadini. Non sono stato però messo nelle condizioni di esercitare il mio mandato di consigliere comunale”.
Piffer ha spiegato che “sono anni che voglio provare a capirci qualcosa in più. A luglio 2018 ci ho provato, non si sono presentati i consiglieri che rappresentano il Comune nella Pro Monza. Ci ho riprovato adesso”.
Purtroppo nella commissione non gli sono stati forniti tutti i documenti che aveva richiesto. “Volevo quelli che facevano riferimento a rendicontazione passata e progetti futuri della Pro Monza. L’idea è che i cittadini non siano proprio soddisfatti dell’attività di questa realtà. Qualcuno non ha trovato quello che si aspettava, altri non sanno nemmeno che esiste”.
Il consigliere di minoranza ha voluto anche sgomberare il campo dagli equivoci: “Voglio bene alla Pro Monza, ma come Comune versiamo ogni anno contributo importante. Sono 75.972 euro per i dipendenti. Io ho il dovere di controllare. Mi sarebbe piaciuto controllare. Ho chiesto i documenti, sono arrivati due foglietti a circa 2 ore dalla commissione. Li abbiamo chiesti per iscritto il 14 marzo, sono arrivati due ore fa. Non ho chiesto la luna. Ho chiesto il numero dei soci, avrei gradito anche il verbale. Niente. Naturalmente siamo tutti molto impegnati, ma non me la sono sentita di affrontare la commissione dove si sarebbe chiacchierato. Non sono stato messo nelle condizioni di esercitare il mio compito. E se non posso, me ne vado. Questa superficialità quando si parla di soldi pubblici non l’accetto”.
“Non ho niente contro la Pro Monza – ha ribadito Piffer nella diretta -, ma vorrei vederla splendere 100 volte di più. Nulla contro chi dirige la Pro Monza, non ci conosciamo. Però ho una responsabilità: i cittadini mi chiedono di questa associazione. E ho il dovere di studiare le carte perché ho un ruolo istituzionale. Non basta dire che tanta gente entra ed esce soddisfatta. Se ho la percezione di insoddisfazione e chiedo documenti, ma non mi arriva nulla, io non posso partecipare alla commissione. Non si affronta il discorso con una pacca sulla spalla. La Pro Monza ha statuto e verbali, ma sul sito non c’è nulla. Mancheranno le risorse, ma anche un po’ di fantasia perché non trovate nulla. E allora non va bene. Non può offrire un servizio così poco soddisfacente. E mi spiace dirlo. Mi sentirei molto peggio come consigliere comunale a dire che siamo tutti bravi. Non è così che si aiuta la Pro Monza. Si fa sottolineando le criticità”.
Da Piffer anche l’annuncio di una proposta: “Intendo presentare una mozione in aula per chiedere la sostituzione di chi rappresenta il Comune nella Pro Monza. Se loro sono soddisfatti, non mi rappresentano. Anche per immettere energie nuove. Mi candiderò, per statuto dev’esserci uno della minoranza, due della maggioranza. A titolo gratuito, ovviamente (Piffer ha anche devoluto il gettone della commissione al Fai, ndr). A oggi sono rappresentate Forza Italia e Monza con Maffè. Mi piacerebbe vedere alternanza, diventando uno dei rappresentanti insieme alla Lega e a “Noi con Allevi”. Anche per cambiare le persone”.
Infine un invito all’amministrazione comunale e ai cittadini: “Diamo un contributo e sferzata importante per trascinare la Pro Monza fuori dalla condizione di “palta culturale”. Anche di ignoto. Vi rivelo un dato, quello dei soci: 92 nel 2017, 96 nel 2018, 111 nel 2019. Crescono in media di 9 persone all’anno. Sono 111 associati in una città di 122 mila abitanti. Non può essere soddisfacente. Proviamo a smuovere la situazione. Vediamo di spingere l’ambito del turismo e della cultura”.
1 Comment
caro piffer, non ti scandalizzare è dal lontano 17 ottobre 1999 che si chiede chiarezza. Tanto è vero che avevo scritto un articolo “Mi dimetto, la Pro LOCO è gestita da un’oligarchia”. Allora come consigliere comunale vi era Scanagatti. Pertanto non disarmarti procedi con determinazione per mettere in chiaro le cose anche se le situazioni saranno difficili da trovare soluzioni. E’ una vita che la Pro Loco non brilla…
Dott. Paolo Cadorin