MONZA – Sergio Bramini contro la Lega. L’imprenditore monzese fallito a causa dello Stato attacca gli esponenti (anche quelli brianzoli) del Carroccio cofirmatari del Ddl 775 sull’ingiunzione veloce che dovrebbe garantire all’avvocato, e non più come accade adesso al giudice, di emettere il decreto esecutivo.
Bramini non ha avuto parole dolci per i senatori leghisti Andrea Ostellari ed Emanuele Pellegrini (che peraltro lo aveva sostenuto durante la sua battaglia per difendere la sua casa da dove un anno fa è stato sfrattato) nell’ultima puntata della trasmissione “Ingiustizie” che Bramini conduce sul suo canale YouTube.
“Sono stupito – ha spiegato Sergio Bramini durante la sua trasmissione -. Io mi batto per le piccole e medie imprese che stanno chiudendo e da agosto con il Ddl 775 il decreto ingiuntivo passa direttamente dalle mani del giudice a quelle dell’avvocato. Il debitore resta in questo modo senza difese, soprattutto se certe azioni arrivano a ridosso delle vacanze estive e natalizie”.
Il Ddl infatti si pone l’obiettivo di velocizzare i tempi e il lavoro all’interno dei Palazzi di Giustizia. “Verranno dimezzati i tempi di esecuzione da 40 a 20 giorni”, ha continuato Bramini.
“Noi ci stiamo battendo per la difesa del debitore incolpevole – ha spiegato Bramini -. Debitore e creditore hanno gli stessi diritti: il debitore deve pagare il suo debito, ma senza usura e nei tempi giusti, il creditore deve ricevere quanto gli spetta”.
Ma da Roma arriva immediata la precisazione. “Sgravare gli uffici giudiziari da quasi 1 milione di procedimenti, riconoscere dignità al ruolo degli avvocati e, soprattutto, tutelare i piccoli creditori dai prepotenti che se ne approfittano: a questo serve il disegno di legge sull’ingiunzione veloce, che sta impegnando la Commissione Giustizia del Senato” dichiarano i senatori della Lega Andrea Ostellari, presidente commissione Giustizia del Senato, ed Emanuele Pellegrini, cofirmatari del ddl 775.
“Il dispositivo – spiegano – non riguarda né l’esecuzione, né le modalità con cui si attuano i pignoramenti. Non si applicherà agli istituti di credito. Inoltre, come già emerso a margine delle audizioni che si sono tenute in Commissione, non verrà ridotto il tempo limite per presentare opposizione. La ratio di questa norma è chiara: proteggere gli artigiani, i commercianti o quanti abbiamo fornito beni o prestazioni in favore di terzi, senza essere pagati in base a quanto pattuito. Siamo al fianco delle decine di migliaia di italiani che vengono gabbati da personaggi senza scrupoli e che, per come è strutturato l’attuale sistema di realizzazione del credito, finiscono per perdere la speranza di ottenere le piccole ma dovute quantità di denaro”.
Barbara Apicella