SEVESO – Ci sono donne che hanno fatto la storia dello sport italiano vincendo scudetti, coppe o medaglie. Qualcuna ha messo i trofei in bacheca come proprietaria di un club. E poi c’è l’eccezione: Silvia Galimberti, sta collezionando successi a ripetizione dalla scrivania. E’ la general manager della Briantea84, al momento la realtà più importante d’Italia per il basket in carrozzina, per molti versi anche punto di riferimento a livello internazionale. Capace di trainare tutto il movimento paralimpico nazionale creando tutta una vera polisportiva che comprende anche nuoto e calcio, sia per disabilità fisiche sia per quelle intellettivo relazionali.
Galimberti, sevesina di 39 anni, ha un ruolo più unico che raro: se consideriamo tutte le società sportive di livello nazionale, è molto probabilmente l’unico general manager di sesso femminile. Oltretutto vincente. Quest’anno non è andata bene in Europa, ma lo squadrone biancoblù ha appena messo in bacheca la Coppa Italia e ha tutte le carte in regola per vincere anche l’ennesimo scudetto.
“Facilitata perché si tratta di sport paralimpico? No, direi proprio di no – commenta sorridendo la diretta interessata -. Anzi, forse in questo ambito il maschilismo si avverte ancora di più. Del resto sono ancora poche le realtà e le persone impegnate”.
Il rispetto se l’è guadagnato sul campo, facendo tutta la gavetta per arrivare a occupare un ruolo chiave in una società prestigiosa. “E’ nato tutto per caso – racconta la brianzola – quando mi dedicavo all’attività di giornalismo come addetta stampa del Comune di Seveso. Proprio in quegli anni la Briantea84, che si era trasferita qui in città per giocare nel palasport di Baruccana, era impegnata per celebrare i 25 anni di attività. Avevano bisogno di aiuto per la comunicazione”.
Il primo passo non è stato facile. “Sull’aspetto professionale avevo tutto da imparare in questo settore, ma ero pronta a rimboccarmi le maniche. Il timore era un altro: sarei stata in grado di misurarmi quotidianamente con quello che in modo comune definiamo disabilità? Il pensiero è durato molto poco: tutti mi hanno accolta a braccia aperte, il presidente Alfredo Marson è unico in tutto. Non solo a livello di idee, capacità ed entusiasmo. Mi ha messa davvero a mio agio”.
La seconda difficoltà, però, è stata presto di tipo lavorativo. Non si trattava ancora di uno sport come lo intendiamo oggi. Nessuno pensava che un atleta paralimpico potesse vivere di sport. E nessuno aveva mai tracciato una via sulla comunicazione in questo ambito. “Sono partita da una domanda – racconta la general manager – ovvero cosa pensano le persone disabili che leggono ciò che scriviamo di loro? Tutto poi è venuto naturale”.
Con le Paralimpiadi di Londra 2012 la Briantea84 ha incantato il mondo per l’organizzazione creata. “Nel 2013 è arrivata in società anche Chiara Zucchi – racconta Galimberti – ha portato altra qualità nella comunicazione. Il presidente mi ha così affidato dal 2015/16 il ruolo di general manager”.
I trionfi sul campo sono proseguiti a ripetizione. La Briantea84, con attività di sensibilizzazione, ha creato tanta attenzione a livello locale attorno al basket in carrozzina, tant’è che il palazzetto è sempre pieno a ogni partita e ci sono già prenotazioni per quelle successive. “Il lavoro da fuori non si vede – conclude Galimberti – ma c’è eccome. Bisogna innalzare il livello sempre di più. Lasciare la Briantea84? No, ormai è la mia casa ed è il luogo dove si possono trasformare i sogni in realtà”.
1 Comment
” casa ed è il luogo dove si possono trasformare i sogni in realtà”.
È stupendo questo pensiero.Brava Silvia e tutto lo staff.
Paolino