MONZA – Ha trascorso metà della sua vita dietro alle sbarre. Condannato all’ergastolo per un duplice omicidio nel 1976, e per il rapimento nel 1983 del piccolo Davide Agrati, figlio del patron della Agrati-Garelli. Adesso Annnino Mele, l’ex primula rossa del banditismo sardo, non è più dietro le sbarre e domani, giovedì 11 aprile, alle 17.30 alla Casa del Volontariato di via Correggio incontrerà i monzesi.
Un incontro organizzato dal Circolo Culturale Sardegna di Monza dal titolo “Carcere o redenzione?” durante il quale Annino, oggi in libertà condizionale e che risiede in una comunità dell’Alto Lario, racconterà la sua storia. Un passato con il quale ha definitivamente chiuso. La storia di un uomo, di un pastore, di ex bandito, condannato all’ergastolo. Durante la detenzione nel carcere di massima sicurezza di Bollate Annino ha letto e studiato, scritto alcuni libri che ripercorrono la sua vita. Durante la sua detenzione ha rischiato anche per tre volte di essere avvelenato.
Al tavolo dei relatori di Gianraimondo Farina (docente all’Università Cattolica di Milano), Daniela Colli (educatrice) e Salvatore Carta (coordinatore del Circolo Sardegna).
L’ingresso è libero.
1 Comment
Io mi chiamo Silvano Schirru , ricordo molto bene quel periodo nell’anno 83 quando fu rapito il figlio degli Agrati , lo ricordo perché in quel periodo io lavoravo a Sesto San Giovanni nello stabilimento della Garelli ricordo che quando era arrivata la notizia in tutto lo stabilimento c’era stata una certa preoccupazione a livello aziendale, se rocordo bene però il rapito non era figlio del nostro tittolare della Garelli ma figlio del titolare della Fabrica di bolloni e dadi ecc ,furono momenti dramatici per la famiglia Agrati.