SEREGNO – Una pagina in più rispetto al dovuto, o forse una in meno. La sostanza non cambia: la sezione cittadina della Lega contesta la mostra organizzata dal circolo culturale “Seregn de la Memoria” in occasione dei festeggiamenti del quarantesimo anniversario dell’attribuzione del titolo di città a Seregno. Nel foyer de “L’Auditorium”, infatti, tra il materiale esposto per ripercorrere questi quarant’anni di vita cittadina, non è mancato il passaggio del 2017. Ovvero quello dello scandalo politico, dell’arresto del sindaco e del crollo dell’amministrazione comunale.
“Una scelta legittima – afferma Elisabetta Viganò, consigliere comunale della Lega – visto che quella pagina di storia difficilmente sarà dimenticata dai seregnesi. Spiace, tuttavia, che il circolo culturale abbia omesso di esporre anche una locandina per il 2019, indicando che la città è ‘pulita’ quanto a infiltrazioni mafiose in municipio”.
La Lega ha pensato di ovviare a questa mancanza: ha preparato una bacheca con una pagina da esporre, con consegnare al presidente del circolo “Seregn de la Memoria”. Questi, però, al primo appuntamento di giovedì non si è presentato. Incontro rimandato alla mattinata di sabato 20, ma con identico risultato. Del circolo culturale, in piazza Risorgimento, non si è presentato proprio nessuno. Con ogni probabilità subodorando le intenzioni degli esponenti del Carroccio.
In seguito all’accaduto la Lega presenterà un’interpellanza in Consiglio comunale. Visto che la mostra era organizzata in collaborazione con il Comune – afferma Viganò – mi piacerebbe sapere se la scelta del circolo culturale è condivisa dal sindaco e dall’assessore alla Cultura. Ritengo che sia grave non aver comunicato, nemmeno lì, l’esito dei lavori della commissione d’indagine. E’ un silenzio inquietante. Offrire una visione parziale, oltre ad esporre di nuovo le persone coinvolte e loro famiglie, non è un bel servizio che rendiamo alla città”.
“Dispiace – aggiunge Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega -, che il circolo culturale si sia negato e che, ancora prima di venire qui, abbia deciso di polemizzare con noi a distanza sulla stampa, negandoci anche il diritto di criticare la mostra. Siamo in democrazia, non sarà il presidente a metterci il bavaglio. Siamo in piazza per dargli quella bacheca che a nostro avviso manca nella mostra e per una stretta di mano. Noi non abbiamo nulla da nascondere”.