SEREGNO – La maxi operazione compiuta all’alba di ieri dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza in diverse province del nord Italia tocca da vicino anche la Brianza. Gianpaolo Riva, sindaco di Giussano dal 2009 al 2014, è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Ordinanza di custodia cautelare in carcere, invece, per Mauro De Cillis, componente del consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente.
L’operazione, complessivamente tra le province di Milano, Varese, Monza e della Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti, ha visto in azione 250 militari dei Comandi provinciali della Guardia di Finanza di Varese e dei Carabinieri di Monza Brianza, con il supporto dei reparti territorialmente competenti, per dare esecuzione a un provvedimento cautelare personale nei confronti di 43 persone (12 in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di plurimi delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abusi d’ufficio.
I provvedimenti, emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, Raffaella Mascarino, su richiesta della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto Alessandra Dolci e i Sostituti Procuratori Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno), all’esito di attività investigativa sviluppata dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (VA) e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Monza, hanno fatto emergere l’esistenza di due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici.
Per delineare il quadro accusatorio nei confronti dell’ex sindaco di Giussano basta fare riferimento all’ordinanza del Gip: “Riva Gian Paolo, dipendente Amsa, di cui dirige l’unità operativa di Primaticcio, è, a sua volta, pienamente coinvolto nelle vicende illecite che legano D’Alfonso alla dirigenza Amsa ed al braccio operativo Salerno, con cui appare costantemente in contatto e con cui divide le tangenti ricevute dall’imprenditore di Corsico. Venuto a conoscenza dal figlio – che lavora alle dipendenze di Ecol Service – che la EcolService s.r.l. continua a prendere appalti pubblici, senza poi riuscire a portare a termine i lavori, anziché segnalarlo formalmente all’azienda di cui è dipendente e di cui dovrebbe curare gli interessi, si rivolge a Salerno, affinché contatti D’Alfonso e colga l’occasione per regolare i rapporti “retributivi” concernenti sia il figlio sia gli atti contrari ai doveri del suo servizio che continua a compiere. L’assiduità dei rapporti con Salerno e la sua lunga permanenza all’interno dell’impresa pubblica, fanno ritenere che il ricevimento di denaro da parte dei privati per mercificare il pubblico servizio di cui è incaricato non costituisca un episodio isolato: le sue condotte anzi paiono collocarsi in un preciso contesto relazionale dal quale trae, in tutta evidenza, fonti di reddito e di ulteriori utilità (assunzione del figlio da parte di D’Alfonso)”.
“Da qui – aggiunge il Gip – il pericolo concreto ed attuale di recidiva per il quale, tenuto conto anche della gravità dei fatti commessi, proporzionata, adeguata ed idonea appare la misura cautelare degli arresti domiciliari accompagnata dal divieto di comunicare con persone estranee ai conviventi o a chi li assiste, che consentirà di mantenere un costante controllo sulla condotta dell’indagato”.
I reati che gli vengono contestati – è bene chiarirlo – non riguardano la sua attività da sindaco, bensì l’esercizio della sua professione all’interno di Amsa.
Lo stesso discorso vale anche per Mauro De Cillis, anch’egli di Amsa, nominato nel consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente (come riporta tuttora il sito della stessa azienda) in data 11 luglio 2018. Per lui è scattata la misura della custodia cautelare in carcere. Il lungo curriculum, maturato nell’ambito dei rifiuti e dei servizi ambientali, non viene messo in dubbio da nessuno.
Anche lui – meglio specificarlo – colpito dall’ordinanza del Gip solo per la sua attività professionale in Amsa. A Seregno, tuttavia, dopo aver già vissuto lo sconquasso del municipio nel 2017, qualcuno teme che anche la società municipalizzata possa ora essere coinvolta nell’attività della magistratura. Se n’è parlato anche brevemente anche nel Consiglio comunale di ieri, martedì 7 maggio. C’è da scommettere che anche tutti gli atti di Gelsia Ambiente – mai citata nelle 712 pagine dell’ordinanza – e i rapporti di lavoro con altre società finiranno sotto la lente di ingrandimento. Se non della magistratura, almeno dei politici che vogliono chiarezza e certezze.