SEREGNO – Dura soltanto quattro mesi l’attività di Mario Spoto, segretario generale, nel Comune di Seregno: da metà maggio, infatti, ricopre lo stesso incarico per il Comune di Torino a stretto contatto con il sindaco Chiara Appendino. Arrivato accompagnato dalle polemiche, se ne va suscitando ancora discussioni. Non tanto per la scelta compiuta, visto che molti nei suoi panni avrebbero preferito il capoluogo piemontese, quanto per le modalità e le tempistiche.
Spoto, infatti, segretario generale della Città Metropolitana di Torino, con decreto del 23 ottobre era stato nominato nelle sue nuove funzioni a Seregno dal sindaco Alberto Rossi con decorrenza 15 gennaio 2019. Da Torino, come spiegava Appendino, se n’era andato per l’esigenza “di ricercare una sede lavorativa più vicina al luogo di residenza in vista dell’imminente lieto evento atteso dalla sua famiglia”. In realtà, proprio nei giorni in cui entrava in servizio a Seregno, pare abbia presentato la domanda per diventare segretario generale al Comune di Torino: l’avviso pubblicato l’11 gennaio all’Albo nazionale dei Segretari comunali e provinciali indicava nel giorno 21 dello stesso mese il termine ultimo per avanzare la candidatura.
A Seregno questo non lo sapevano ancora, ma Tiziano Mariani (capogruppo della lista civica “Noi x Seregno”), già sbottava: “Inaccettabile un segretario a mezzo servizio poiché impegnato per la Città Metropolitana”. Con il sindaco, evidentemente anche lui all’oscuro della presentazione della candidatura, che nella seduta del 12 febbraio ribatteva: “E’ lì a scavalco perché ha alcune questioni da chiudere. Lavora da noi 32 ore settimanali, con la metà di maggio lo avremo a tempo pieno”.
Poi la notizia inaspettata della nomina quale segretario generale del Comune di Torino. “Sono dispiaciuto di questa scelta – afferma Rossi -, però dimostra che in ottobre avevo scelto un professionista più che adeguato, chiamato ora dal terzo comune d’Italia. E’ stato un onore averlo qui. E’ un incarico estremamente prestigioso. Davo per scontato, vista la sua levatura, che non sarebbe rimasto qui cinque anni. L’ho apprezzato per la professionalità, lo spessore umano. Ha messo la sua notevole esperienza al servizio di un Comune e di una struttura in fase di ricostruzione. Ha dato la scossa e un indirizzo chiaro su molte cose”.
Così com’era accaduto per la Città Metropolitana di Torino, anche per Seregno garantirà alcuni mesi di permanenza per chiudere alcuni progetti in corso. Mariani, però, rincara la dose: “Averlo avuto non è un onore per me: mentre iniziava qui il lavoro presentava già la domanda altrove. Mi auguro che il sindaco eviti ulteriori schiaffi alla nostra città”.