MONZA – Una panchina e un platano per ricordare la voglia di vivere e il rispetto per l’ambiente di Jacopo, per gli amici Jajo. Se passate da via Bertacchi, nel quartiere Libertà, e vedete una panchina nel centro dell’area verde comunale, con una targhetta con scritto “Bella Jajo” volgete lo sguardo in cielo.
Un panchina per ricordare un amico e un giovane monzese che si è impegnato attivamente per la tutela del verde. Questo il gesto con gli amici e i familiari hanno voluto ricordare Jacopo Abramo, 24enne residente nel rione Cristo Re, morto a dicembre 2018 a causa di un male incurabile. I familiari dopo aver chiesto e ottenuto tutti i permessi dal Comune hanno posizionato in quel punto, davanti al baretto di via Bertacchi, una bella panchina con inciso il nome del figlio. Perché proprio in quel bar nel quartiere Libertà Jajo e i suoi amici si riunivano per decidere come trascorrere il sabato sera. Una panchina come luogo di socializzazione per tanti altri ragazzi che, magari, Jajo non lo conoscevano. Una panchina accanto a un platano per ricordare l’impegno per la difesa dell’ambiente che ha sempre appassionato Jajo: il platano, infatti, è una pianta in grado di ripulire l’aria dagli agenti inquinanti. E di piante e di panchine per ricordare Jajo ne verranno posizionate altre, in primis nei giardinetti del Nei.
Un modo intenso e particolare per ricordare il sorriso e l’impegno di un figlio, un fratello e un amico strappato troppo presto alla vita. Un giovane che avrebbe voluto fare della difesa dell’ambiente la sua missione di vita iscrivendosi a Ingegneria Energetica al Politecnico di Milano. Una vita fatta anche di sport e pallone, che ha visto il giovane monzese giocare nella Cantalupo, nella Cosov, nella Juvenilia e infine nelle file della Gerardiana dove nel fine settimana si è disputato un torneo di calcio intitolato al giovane e durante il quale sono stati raccolti fondi da destinare all’Associazione italiana ricerca contro il cancro.
Barbara Apicella
1 Comment
Grazie Barbara, per questo bellisimo articolo inatteso che parla bene di Jacopo (Jajo) e riassume in poche righe quello che Jajo è stato. Un ragazzo impegnato ma discreto dal sorriso dolce regalato a noi genitori fino alla fine dei suoi giorni. Agli amici voleva bene e questo amore é stato contraccambio… l’amore era la forza di Jacopo per andare avanti con fiducia nonostante la malattia (gli ultimami 15 giorni) gli avesse provocato deficit motori e nel linguaggio. I suoi occhi azzurri (come il cielo) erano l’unico modo per comunicare le sue piccole gioie e dagli stessi occhi trapelava una inconfessabile paura… a tutti nascosta… forse non voleva turbare le anime dei suoi amici e di chi gli ha voluto bene stando insieme a lui fino all’ultimo respiro dato tra le mura della sua casa. Jajo cercava l’armonia con il mondo… adesso l’ha trovata…
Grazie ancora Barbara
Spero di incontrarti
Un abbraccio da noi tutti!
(Pa di Jajo)