MONZA – Visto da fuori, l’arrivo della Questura di Monza è una bella conquista. Non solo per questione di dignità in quanto terza città della Lombardia che viene quindi “riconosciuta” ma, soprattutto, per evitare di mettersi in coda alla Questura di Milano che già ha il suo bel carico di lavoro. Gli addetti ai lavori, però, storcono il nasco: “La Questura, così, non può funzionare”. Questo il giudizio di Carmelo Zapparrata, segretario regionale del SILP-Cgil, il sindacato di polizia che, già la scorsa settimana, aveva incontrato il questore di Monza e Brianza, Michele Davide Sinigaglia.
“Monza, con i suoi 900 mila abitanti, è la quarta provincia della Lombardia – spiega il segretario regionale del SILP –, ma ha solo 129 operatori, contro i 450 poliziotti di Brescia (seconda provincia della Lombardia, ndr) e gli oltre 300 operatori di Bergamo (città poco più popolosa di Monza, ndr)”. Una disparità non da poco, perché “più persone” – soprattutto in un territorio così fortemente urbanizzato e produttivo – significa “più lavoro e più emergenze”.
“Inoltre – spiega Zapparrata –, Monza ha un bacino di circa 75 mila cittadini stranieri regolari soggetti all’emissione di permesso di soggiorno e, di conseguenza, un numero elevato di pratiche da gestire”, percentuali simili a quelle di Milano. Ed è proprio dal confronto con le altre questure che Monza risulta la più sacrificata: “L’apertura della Questura di Monza, di fatto, alleggerisce il carico di Milano per circa il 25 per cento – precisa Zapparrata -. Considerando che Milano ha circa 3600 operatori, ci si aspetterebbe che almeno un 20 per cento di tale personale fosse destinato a Monza. Invece, anche a regime, ossia quando gli operatori saranno 185, la percentuale rispetto a Milano sarà solo del 4 per cento”.
“Con la perdita del commissariato di Monza, Milano scende a circa 3450 uomini con una popolazione di 3.200.000 – puntualizza Zapparrata –, pertanto il Ministero dovrebbe inviare alla Questura di Monza personale di nuova nomina senza toglierli a Milano”.
“Nel piano di ripartizione delle nuove assegnazioni per gli anni 2019/2020 – aggiunge il segretario del SILP-Cgil – il personale destinato alla neo struttura brianzola è: a luglio 2019 di due operatori, a dicembre 2019 di altri due e solo nell’aprile del 2020 di 16 operatori. Numeri non sufficienti per garantire la sicurezza ai cittadini”.
Insomma, i conti, per ora, non tornano. E le difficoltà si ripercuotono sulle strutture: “La polizia scientifica, per esempio, a Monza è stata costituita con soli due operatori, mentre in tutte le province della Lombardia il minimo dei poliziotti specializzati è di otto. Ad oggi, inoltre, per i passaporti sono necessari addirittura 4 mesi di attesa”.