GIUSSANO – Il giorno esatto del trentesimo compleanno sarà l’11 dicembre. Ma Arca onlus l’associazione di volontariato che si occupa dell’assistenza e della cura dei malati terminali all’hospice di Giussano e a domicilio sul territorio di 52 comuni della Brianza, ha già acceso i motori per festeggiare la ricorrenza e per rilanciare il valore e l’importanza della cultura del fine vita e delle cure palliative.
Mercoledì mattina i vertici dell’associazione con i volontari e la dirigenza dell’Asst di Vimercate, nel corso di una conferenza stampa, hanno presentato il calendario degli eventi e illustrato speciali iniziative, varate proprio in occasione dei tre decenni di vita. Ripercorrendo il cammino della onlus, il presidente Mario Caspani, appena riconfermato per il secondo mandato al timone di Arca, non senza commozione, ha parlato dell’anniversario non come un punto di arrivo, ma di ripartenza per una solidarietà sempre più forte verso chi se ne sta andando. “L’anima di Arca – ha detto – sono i suoi volontari, persone speciali, umili, capaci di sostenere chi ormai ha perso ogni speranza. Un normale volontario di un reparto ospedaliero, quando prende servizio chiede: ‘Chi è stato dimesso? Chi è stato trasferito?’. Un volontario Arca, quando indossa il camice, e si rapporta con l’équipe domanda: ‘Chi sono i nuovi pazienti?'”.
“E’ un onore per me ricordare i 30 anni di Arca – ha dichiarato Nunzio Del Sorbo, direttore generale della Asst di Vimercate -. Le iniziative che testimoniano la grande alleanza fra il nostro ospedale e l’associazione sono quotidiane. In tutto questo tempo i volontari di Arca ci hanno affiancato e sostenuto nel salvaguardare e nel migliorare costantemente la nostra offerta terapeutica e assistenziale, dimostrando di essere parte integrante di questa offerta. Di più: confermando di essere un vero e proprio valore aggiunto e una tessera importante dei percorsi di umanizzazione dell’ospedale. Sono certo che questa alleanza è destinata svilupparsi ancor di più nei prossimi anni”.
All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il direttore dell’hospice, Matteo Beretta e Paola Buonvicino, assessore del Comune di Desio dove l’associazione venne fondata dall’allora primario ospedaliero di Anestesia e Rianimazione, Ilvano Desiderati e dove ha operato per 17 anni prima di trasferirsi nella struttura giussanese.
Il 2019 è e sarà nel suo prosieguo ricco di manifestazioni e di eventi che abbracciano il mondo dell’arte, della scuola, dello sport e della ricerca. Con tanti occasioni e momenti per stare insieme, festeggiare. Dopo uno spettacolo teatrale e un concorso tra studenti dell’Istituto d’arte Modigliani sul tema del sollievo, domenica 30 giugno, c’è in calendario Arcacamminando, camminata sportiva a passo libero con due percorsi da 6 e da 12 km. La Kermesse, promossa in collaborazione con “Marciacaratesi”, con partenza e arrivo all’ingresso dell’ospedale Borella. Il ritrovo è per le 8.
In ottobre si terrà un convegno sul volontariato che costituirà il momento più alto delle celebrazioni. Non è tutto. Fedele alla propria mission, Arca ha stretto una partnership con l’istituto Mario Negri, finanziando con un importo di 45 mila euro uno studio sul delirium nei degenti in hospice. La durata è di tre anni. In particolare, il progetto è incentrato sulla diagnosi precoce e sul trattamento appropriato di quello che in psichiatria viene indicato anche come stato confusionale acuto, un sintomo che in maniera frequente affligge i pazienti terminali. Un lavoro scientifico di altissimo profilo condotto dal personale dell’Unità Operativa di Cure Palliative di Giussano e da un settore ad hoc dell’istituto di ricerca Mario Negri. Il progetto coinvolgerà una platea di circa 800 pazienti rendendolo tra gli studi scientifici di maggiore impegno condotti negli ultimi anni in questo campo.
Ancora: La musica è spesso di casa all’hospice, in quanto risponde alla crescente esigenza di umanizzazione dei luoghi di cura e, in modo particolare, nel contesto di fine vita. Non si contano le performance di cori, di cantanti, di singoli musicisti e di gruppi di vario genere che si sono esibiti nel salone, nel cortile e nei corridoi della struttura. E da quest’anno, Arca ha aperto le porte all’arpa. Una scelta non casuale se si pensa che le corde di questo strumento possiedono un suono quasi magico in grado di alleggerire la situazione di disagio e sofferenza facendo così da sottofondo a pazienti e familiari in momenti intimi e quanto mai preziosi. Ogni quindici giorni, il giovedì pomeriggio in concomitanza con il rituale del thè delle cinque, le arpiste Silvia Maserati e Teodora Cianferoni dell’associazione “Arpaterapia Onlus” suonano nell’atrio del reparto e successivamente anche nelle camere dei pazienti che ne fanno richiesta.
In quasi 13 anni, si calcola che Arca abbia collaborato con l’Unità Operativa di Cure Palliative a prendersi cura di 15 mila pazienti, di cui 5 mila all’interno delle mura dell’hospice e 10 mila nelle rispettive abitazioni: un intero paese. I dati del 2018 , parlano di 478 malati terminali in degenza hospice e 778 a domicilio per un totale di 1256 persone. Pazienti affetti non solo da malattie oncologiche, ma anche da patologie croniche di diverso genere che, in genere, approdano alle cure palliative dopo un percorso sofferto di malattia e dolore dentro e fuori dagli ospedali. Arca si autosostiene con donazioni volontarie. Nel 2017, grazie alla preferenza del 5 per mille indicata da 704 cittadini nella dichiarazioni dei redditi, ha raccolto 31.545 euro con una media di 44,88 euro a testa, segno di apprezzamento e di riconoscenza verso l’attività preziosa e insostituibile svolta dai volontari. Altri introiti derivano da gesti di liberalità o sono frutto dell’attività di fundraising svolta dal gruppo Eventi attraverso iniziative di diverso genere sul territorio. Ma Arca è sempre alla ricerca di nuove fonti di sostegno. A ulteriore garanzia del buon esito delle liberalità, da anni, aderisce all’Istituto Italiano della Donazione “Io dono sicuro”.