I gol di Paolo Rossi probabilmente li ricordano solo gli appassionati. Ma quell’urlo selvaggio di Tardelli che corre in mezzo al campo lo hanno bene in mente intere generazioni. Non solo i tifosi più sfegatati, ma anche le casalinghe. Era la gioia che anticipava di pochi minuti l’emozione più grande: l’11 luglio 1982 la Nazionale Italiana di calcio conquista per la terza volta i Campionati Mondiali di calcio.
Una soddisfazione attesa da tempo. Tanto tempo, troppo tempo per una delle terre del pallone, dove fin da bambini si posa qualcosa per terra per “costruire” una porta e poi si inizia a prendere a calci quella sfera cercando di emulare i grandi campioni. Una fantastica doppietta ai Mondiali nel 1934 e nel 1938, poi ben 44 anni di sconfitte mal digerite prima di poter alzare di nuovo le braccia al cielo.
E’ l’Italia di Enzo Bearzot, quella che di sicuro non arriva in Spagna tra le favorite e che, tuttavia, partita dopo partita acquisisce sempre più fiducia nei suoi mezzi e continua a stupire. La svolta arriva con la vittoria per 2-1 contro l’Argentina nel match per la seconda fase. Poi il capolavoro contro il Brasile: azzurri costretti a vincere contro i mostri sacri, nomi che solo a pronunciarli strappano ammirazione. E’ il miracolo, la vittoria per 3-2 che proietta l’Italia in semifinale.
La partita contro la Polonia, a quel punto, sembra quasi una formalità con l’Italia ormai lanciata verso l’obiettivo. Poi la finalissima contro la rivale storica, quella delle partite epiche, la Germania Ovest. Finisce con l’Italia che domina, che arriva sul 3-0 e concede agli avversari solo il gol della bandiera. E’ il trionfo, quello capace di avvicinare agli azzurri anche il grande pubblico che, da lì in poi, sognerà notti magiche.
Non andrà sempre bene, ma la squadra, tra gioie e disavventure, da qual momento in poi sarà sempre nel cuore dei tifosi. E quel successo, di certo, una delle pagine più emozionanti dello sport italiano.