MEDA – “Bilbao era una città abbandonata e pericolosa. Non c’erano voli diretti. Il museo Guggenheim l’ha fatta rinascere. Possibile che a Meda nessuno ci pensi?”. E’ una riflessione di Ferragosto, ma arriva da una persona speciale: ovvero dal celebre fotografo Maurizio Galimberti, medese doc e personaggio di levatura internazionale, apprezzato per i suoi lavori dal pubblico e dalla critica in tutto il mondo.
Proprio in questi giorni Galimberti, da sempre attaccato alla sua terra d’origine, ha voluto “suonare la sveglia”, esortando attraverso Facebook e il gruppo “Sei di Meda se…” i suoi concittadini e le realtà del territorio a ripensare un ruolo da protagonista per Meda, affinché attraverso il bello, l’arte, la cultura, possa diventare un polo d’attrazione importante.
“Ogni volta che vengo a Meda – scrive Galimberti – vedere la via Matteotti abbandonata con tutta la zona connessa, mi prende una tristezza infinita. Il cantiere davanti all’asilo, dopo 25 anni di ignobili strutture provvisorie, è partito: ma, ahimè, si è fermato per problemi tecnici. Quando riparte? Diamo atto a chi ha realizzato le migliorie in piazza Municipio di avere migliorato il decoro della piazza facendola anche diventare viva. Ma il contorno ha un senso di abbandono incredibile. Tutti i mega industriali del mobile non possono fare nulla per migliorare la situazione? Davvero triste arrivare a Meda e vederla così, un paesino insignificante. Peccato che è nella storia del mobile, del design, della fotografia con un ruolo pazzesco. Riuscirà mai ad avere un proprio museo? Un albergo decente, ecc. ecc.”.
Il famoso artista, com’è nel suo stile e in quello dei brianzoli, naturalmente non si limita a constatare una situazione che non è certo pari a quella della fama della città nel mondo. A sua volta avanza proposte e si mette a disposizione: Io sarei pronto a donare parecchie opere fotografiche ad un eventuale museo del design. Un museo dove si potrebbe anche dedicare un’ala alla fotografia Polaroid/instant, ma credo rimarrà un eterno sogno nel cassetto”.
Galimberti ricorda che tanti artisti, nel loro campo di riferimento, hanno fatto cose significative per la città che li ha cresciuti. “Renzo Piano – scrive il fotografo – ha regalato il progetto del ponte a Genova. Le nostre archistar locali non Potrebbero disegnare un museo? Ricordo che la signora Adele Cassina voleva realizzarlo presso l’area del vecchio oratorio di via Santa Maria , ma poi finì tutto in un nulla di fatto, per mancata collaborazione delle aziende di Meda invitate a partecipare al progetto”.
La città, dal punto di vista culturale e del design, non ha eguali nel mondo. Galimberti snocciola senza fatica alcuni nomi: Cassina, Flou, Giorgetti, B&B, Colombo Stile, FlexForm, Paola Lenti, Adele & C., Antonio Citterio Architetto, Seveso & Trezzi Architetti, Maurizio Galimberti Fotografo ed amici fotografi.
“Siamo una bella squadra – conclude Galimberti -. Facciamo qualcosa di bello per Meda. Come storia non siamo secondi a Bilbao nelle potenzialità da esprimere attraverso un grande museo”.