MONZA – Si beve acqua buona, a chilometro zero, e si fa un favore all’ambiente. Non è solo un modo di dire: le casette dell’acqua gestite da Brianzacque sull’intero territorio provinciale di Monza e Brianza negli anni hanno consentito di evitare la produzione di 18 milioni di bottiglie in plastica da un litro e mezzo. Un numero notevole. Sono esattamente quelle che prenderemmo al supermercato e che, da cinque anni a questa parte, stanno lentamente scomparendo dalla tavola delle famiglie brianzole.
Era infatti l’anno 2014 quando Brianzacque si è trovatao a rilevare i primi impianti dal gruppo Cap nell’ambito delle operazioni che l’hanno portata a diventare il gestore unico del servizio idrico integrato sul territorio provinciale di Monza e Brianza. Quelle casette, tuttavia, non erano assolutamente un motivo di ingombro o di fastidio. Al contrario per il management dell’azienda brianzola sono diventate l’occasione per affiancare l’attività culturale a quella più di servizio. Lo strumento ideale per fare capire che l’acqua del rubinetto è buona e non ha nulla da invidiare ai marchi più blasonati e a quelli che scopriamo dalla pubblicità.
Ed ecco dunque che le casette dell’acqua si sono moltiplicate a dismisura diventando, a oggi, più di sessanta. E , soprattutto, sono ora considerate indispensabili dai cittadini e sono diventate motivo di vanto da parte degli amministratori comunali che, spesso, le annunciano nei programmi elettorali.
Un’utilità destinata a diventare sempre di più della porta accanto, con la possibilità di prelevare 24 ore su 24 acqua naturale o gasata tenuta costantemente sotto controllo dai laboratori e dai tecnici dell’Ats.
Il progetto, casetta dopo casetta, ha ora raggiunto dimensioni rilevanti e un’importanza davvero considerevole in un’epoca in cui si ragiona in ottica “plastic free”. I numeri spesso sono più efficaci di tante parole. Per avere un’idea riguardo a 18 milioni di bottiglie non prodotte da un litro e mezzo, proviamo a pensare a quasi 23 mila bancali non trasportati. All’incirca significa 800 autoarticolati in meno sulle nostre strade. Se ci sono dubbi sul fatto che siano tanti o pochi, il paragone è presto fatto: se li mettessimo tutti attaccati uno all’altro, otterremmo una muraglia lunga più di 13 chilometri.
Il beneficio, naturalmente, è da misurare anche in termini ambientali. Considerando che occorrono sette litri di acqua per produrre una bottiglia da un litro, significa 189 milioni di litri di acqua risparmiati. Ma anche 4 milioni 374 mila chili in meno di greggio. A questi, per completezza, andrebbero aggiunte anche le 2.700 tonnellate di anidride carbonica che non sono state emesse in atmosfera e i 2 milioni 160 mila euro che non sono stati spesi per lo smaltimento delle bottiglie.
Sono tutti dati che i tecnici di Brianzacque tengono costantemente monitorati e che, di anno in anno, anche grazie alla diffusione sempre più capillare degli impianti sul territorio, sono in continua crescita dimostrando l’importanza e la concretezza del cammino intrapreso in un’epoca in cui l’attenzione e la sensibilità nei confronti della produzione della plastica non erano ancora così diffuse.
A proposito di soldi: visto che siamo brianzoli e abbiamo la fama di avere sempre un occhio di riguardo per il nostro conto in banca, proviamo a tradurre lo straordinario risultato delle casette dell’acqua anche in benefici economici. Ebbene, 18 milioni di bottiglie in plastica da un litro e mezzo corrispondono a 27 milioni di litri di acqua che abbiamo rinunciato a comperare al supermercato. La paghiamo anche alla casetta, al prezzo politico di 5 centesimi al litro (scelta dovuta al desiderio di evitare le forme di spreco e di fare capire che l’acqua è un bene prezioso di cui non tutti dispongono). Secondo le tabelle di Legambiente, che stima in 22 centesimi il prezzo per l’acquisto di una bottiglia da un litro, il risparmio complessivo ottenuto a partire dal 2014 è di oltre 4,5 milioni di euro. Nelle tasche dei brianzoli ogni anno rimangono circa 900 mila euro in più. Si scopre così che l’acqua delle casette è molto buona e che, anche se non ce ne accorgiamo facilmente, fa bene anche al portafoglio. Il risultato, insomma, è davvero miracoloso.