BRESCIA – Una maxioperazione della Guardia di Finanza e della Polizia in diverse province d’Italia che ha portato a una settantina di arresti e sequestri per 35 milioni si è svolta nella giornata di ieri, giovedì 26 settembre. Ad accertare l’operatività di una cosca mafiosa di matrice stiddara, con quartier generale a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro è stata la Procura della Repubblica di Brescia, Direzione Distrettuale Antimafia.
La Stidda, nella sua versione settentrionale, pur mantenendo le modalità mafiose nell’agire quotidiano si è dimostrata capace di una vera e propria metamorfosi evolutiva, sostituendo ai reati tradizionali nuovi business, utilizzando quale anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori i “colletti bianchi”, i quali individuavano tra i loro clienti (disseminati principalmente tra Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche nel Lazio, Calabria, Sicilia) quelli disponibili al risparmio facile.
“Sono complessivamente duecento le persone indagate nell’ambito di questa delicata inchiesta della distrettuale antimafia di Brescia durata due anni e nata nell’ottobre 2017”. Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Carlo Nocerino spiegando i dettagli dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 70 persone in tutta Italia.
“Il gip ha confermato l’impianto accusatorio emettendo 70 misure cautelari tra carcere e arresti domiciliari. Sono tre i filoni investigativi e il più importante è quello della criminalità organizzata con la contestazione del 416 bis a 13 soggetti legati al territorio di Brescia. C’è un’autonoma, strutturata e funzionale cellula della mafia gelese sul territorio di Brescia”, ha spiegato Nocerino.