SEREGNO – L’intera città coinvolta, sotto varie forme e con diverse iniziative, per dire no alla violenza contro le donne. E’ stata presentata in municipio l’iniziativa dell’amministrazione comunale per il mese di novembre che, lungo un percorso che si svilupperà nell’arco di diverse settimane, mira a sensibilizzare i cittadini. Una iniziativa che, sotto il titolo di “Venticinque Novembre 2019”, riunisce eventi e donne “che nei vari linguaggi sanno far riflettere”.
Ecco dunque ampio spazio alla illustrAutrice Stefania Spanò “Anarkikka”, alla criminologa Cinzia Mammoliti, alla sociologa Carmen Liccardi e all’attrice Laura Negretti. La prima chiamata per far riflettere i seregnesi è proprio “Anarkikka”, vignettista e attivista femminista. Attraverso le sue immagini – abitualmente pubblicate sul blog personale stefaniaspano.it e sull’edizione online de “L’Espresso”, racconta di diritti umani, diritti negati, discriminazioni, disparità di genere, violenza sulle donne. “Non chiamatelo raptus – Donne, lavoro, violenza e discriminazioni di genere” è una mostra itinerante che, attraverso le tavole, si propone di affrontare il tema della violenza sulle donne e delle discriminazioni di genere nel nostro Paese.
Non sarà una cosa per pochi. La mostra non sarà allestita in uno spazio chiuso: le illustrazioni troveranno posto nelle vetrine dei negozi del centro storico cittadino, saranno visibili fino a lunedì 25 novembre. Un modo non impegnativo e inusuale di lanciare un messaggio ma, proprio per questo motivo, ritenuto particolarmente efficace. L’iniziativa è realizzata dall’amministrazione comunale, dall’Ats Brianza e dal Cadom (Centro aiuto donne maltrattate) con la preziosa collaborazione dei commercianti della rete di imprese ViviSeregno e di Confcommercio.
Nel mese dedicato alla sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, naturalmente, non mancherà la panchina rossa. Anzi, le panchine rosse: perché l’amministrazione comunale ha deciso di installarne cinque sul territorio in modo permanente. Vogliono rappresentare il posto lasciato vuoto dalle donne vittime di violenza, per le quali rimane solo il colore del sangue versato e uno spazio dove fermarsi a raccogliere il dolore. Le panchine troveranno spazio in piazza Risorgimento, in piazza Libertà, nei giardini di via Umberto I, nel Parco XXV Aprile e in via Bottego.