BRUGHERIO – Detenuti in un piccolo locale, ai margini di una cascina, in pessime condizioni igieniche e sanitarie: 49 conigli e 44 galli sono stati sequestrati a Brugherio in seguito all’intervento dei Carabinieri della Stazione cittadini in collaborazione con le Guardie Ambientali d’Italia (coordinamento provinciale di Milano). E’ accaduto il 27 ottobre, ma la notizia è stata resa nota soltanto quest’oggi.
Nel corso dell’ispezione si è constatato che gli animali erano allevati in condizioni inidonee ovvero detenuti in violazione delle più elementari norme in materia di salute e benessere degli animali, nonché in condizioni igieniche precarie, con conseguenti rischi anche per la salute umana stante la finalità alimentare degli animali in questione.
I conigli e i galli erano destinati ad essere macellati sia per autoconsumo o ad essere ceduti a terzi, detenuti all’interno di anguste gabbie prive di idonea lettiera, con i soggetti costretti a stabulare tra le proprie feci, in condizioni di sovraffollamento, sulla nuda rete metallica, esposti così a continui e dolorosi traumi agli arti in ragione della natura irregolare e quindi tagliente e contundente di tale superficie.
Inoltre la copiosa quantità di feci e liquami presenti nel locale in cui erano alloggiate le gabbie, oltre a richiamare in loco una moltitudine d’insetti (mosche e moscerini) che tormentava gli animali, generavano intense e diffuse esalazioni ammoniacali urticanti ed irritanti per le mucose (orali, nasali, congiuntivali) che saturavano l’ambiente.
Pertanto onde evitare che la sofferenza cagionata ai soggetti rinvenuti nelle condizioni di cui sopra potesse protrarsi e/o aggravarsi, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro preventivo di tutti gli esemplari in argomento per il reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, con immediato trasferimento di tutti gli esemplari in luogo consono e confacente alle loro esigenze fisiologiche; sequestro preventivo richiesto dalla Procura e convalidato dal tribunale di Monza.
L’intervento, volto a tutelare tanto gli animali quanto la salute dei consumatori, ha in definitiva evidenziato come ancora oggi, soprattutto nelle realtà rurali/familiari, perdurino modalità di detenzione degli animali destinati alla macellazione del tutto anacronistiche e penalmente rilevanti, visto che è ancora diffusa l’errata convinzione che l’allevamento per autoconsumo goda di una sorta di immunità tale da consentire di derogare alle vigenti normative igienico-sanitarie e di benessere degli animali.