Il miracolo di San Zalone si è ripetuto: Tolo Tolo il nuovo film di Luca Medici, atteso come la liquefazione del sangue di San Gennaro dagli esercenti di tutta Italia e ovviamente dagli spettatori orfani dei cinepanettoni di una volta e desiderosi di divertirsi a Natale, forse anche di immedesimarsi, con le imprese del personaggio di Checco, l’italiano medio/mediocre dedito all’arte di arrangiarsi come un Alberto Sordi degli anni Duemila, ha sbancato. E battuto se stesso: uscito il 1 gennaio a tappeto in 1200 sale il film, distribuito da Medusa e diretto per la prima volta dallo stesso Zalone, al primo giorno ha sfiorato gli 8,7 milioni di euro, diventando il film con il maggior incasso di sempre nella storia del cinema italiano nelle prime 24 ore di programmazione e superando il precedente record di Quo Vado (7,3 milioni). Al secondo ha incassato quasi 5 milioni raggiungendo in due giorni poco meno di14 milioni di euro.
Cinema sold out, prenotazioni online in tilt come per una finale di mondiali di calcio: Luca Medici non commenta i suoi successi, ci medita sopra. Il produttore Pietro Valsecchi che di Medici è uno dei due padri cinematografici (lo scopritore fu Gennaro Nuziante, regista dei primi film quando Checco faceva le parodie a TeleNorba, mentre storicamente fu il figlio di Valsecchi a segnalare al padre le performance neomelodiche su Youtube) parla all’Ansa di “risultati entusiasmanti che ripagano di due anni faticosi e difficili, perché il progetto di Luca Medici era ambizioso e la scelta di debuttare alla regia mi era stata sconsigliata da tutti, oggi invece è una scommessa vinta.
Luca aveva una grande responsabilità: il nuovo film atteso da tutti e l’esordio alla regia. Questo record se lo merita: ha dato l’anima per Tolo Tolo, sul set lo chiamavo ‘precisetto’, non soprassedeva su nulla, voleva ogni scena perfetta come l’aveva in mente lui”. Ieri Valsecchi si è intrufolato all’uscita di alcuni cinema per ascoltare in incognito i commenti e dice di aver sentitolo solo cose entusiastiche.
Però rispetto ai precedenti Zalone, che era comico pure nel trattare argomenti sociali come la crisi del lavoro, qui, con una tematica altrettanto attuale come il fenomeno dei migranti, si ride molto meno: “è vero si ride di meno ma ci si emoziona di più – risponde Valsecchi – e anche su questo si è preso un bel rischio, e io da produttore con lui. Luca dice ‘non sono più il comico di 10 anni fa, sono cambiato, cresciuto e il mio sguardo è un altro’. Il pubblico ha capito e apprezzato e il passaparola sono sicuro che funziona anche questa volta”. Se il film ha avuto critiche varie, più o meno positive, il cortometraggio animato che chiude Tolo Tolo è piaciuto a tutti e chissà non divenga spin off di qualcos’altro, magari di un musical.
E le polemiche sui social di istigazione al razzismo? “Lasciano il tempo che trovano. I social sono un megafono, ma decidiamo noi a chi rispondere e con chi litigare e abbiamo deciso con nessuno”. Tolo Tolo, con il suo 1 milione 174 mila presenze del 1 gennaio, guida ovviamente gli incassi ed una top ten, come rileva il presidente dell’Anica Francesco Rutelli, “con tante presenze italiane, segno di vitalità del nostro cinema”. Oltre a Zalone ci sono il Pinocchio di Garrone, Il Primo Natale di Ficarra e Picone e La Dea Fortuna di Ozpetek.
Quanto ai precedenti film di Zalone, ecco un ripasso della marcia trionfale del box office: Il primo film del comico e musicista di Bari, Cado dalle Nubi (2009) incassò 14 milioni 084 mila euro (il primo giorno, il 27 novembre 401.278); il secondo, Che bella giornata (2011) incassò 43 milioni 475 mila euro (il primo giorno, il 5 gennaio, 2.722.367); il terzo, Sole a catinelle (2013) incassò 51 milioni 948 mila euro (il primo giorno, il 31 ottobre 2.354.057), il quarto infine, Quo Vado (2016) raggiunse 65 milioni 365 mila euro (il primo giorno, 1 gennaio 7.360.192). (ANSA).