Il 20 gennaio 1920 nasceva a Rimini Federico Fellini, il Maestro del cinema mondiale. Se l’Italia è diventata per tutto il mondo il Paese della Dolce Vita, lo si deve al suo sguardo unico e inconfondibile. Pochissimi artisti sono riusciti a rappresentare l’intera storia del nostro Paese come ha fatto Fellini. Un artista che attraverso il cinema è riuscito a inventare un mondo intero, creando un immaginario capace non solo di raccontare la propria generazione – quella di chi ha vissuto le più importanti tappe del Novecento – ma anche di entrare in contatto con quelle successive. Fellini ci ha mostrato come, viaggiando a ritroso nel tempo, si possono trovare magici suggerimenti per comprendere il presente. La sua eredità è ancora dinamica e viva nel linguaggio artistico e creativo contemporaneo. “Tutto si immagina” non è solo una celebre espressione del regista riminese, genio immortale, ma la chiave di volta per fotografarne l’eredità artistica e creativa attuale e senza tempo.
A 100 anni dalla sua nascita Rimini si prepara a celebrarlo per un intero anno con una serie di iniziative che, partita a metà dicembre con una grande mostra nelle sale di Castel Sismondo (antica residenza dei Malatesta, signori di Rimini), proseguiranno tutto il 2020 per culminare nell’apertura – alla fine di quest’anno – del più grande progetto museale a lui interamente dedicato.
Ad aprire le celebrazioni è la mostra itinerante “Fellini 100 Genio immortale. La mostra”, inaugurata il 14 dicembre 2019, riportando in primo piano memorie, emozioni, fotogrammi, scene, suggestioni provenienti da quel mondo straordinario, capace di dirci tutta la verità su noi stessi con l’irresistibile fascino universale del sogno. La mostra, progettata da Studio Azzurro di Milano, è allestita a Castel Sismondo, parte della sede futura del Museo Fellini, e ruota attorno a tre nuclei di contenuti nella cornice di un allestimento scenografico innovativo:
1) il primo racconta la Storia d’Italia a partire dagli anni Venti-Trenta per passare poi al dopoguerra e finire agli anni Ottanta attraverso l’immaginario dei film di Fellini;
2) il secondo nucleo è dedicato al racconto dei compagni di viaggio del regista, reali, immaginari, collaboratori e no;
3) infine il terzo nucleo è dedicato alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini.
Dopo l’allestimento riminese, la mostra comincerà il suo viaggio e arriverà a Roma il prossimo aprile a Palazzo Venezia, per poi varvare i confini nazionali con esposizioni a Los Angeles, Mosca e Berlino. Presenterà tanto materiale inedito che restituirà al visitatore l’immaginario felliniano. Tra le varie sezioni che la compongono, una presenterà il materiale del Fondo Nino Rota, il celebre compositore che ha collaborato con Fellini su molti film. In particolare sarà esposta per la prima volta una serie di taccuini originali sui quali Rota appuntava le indicazioni del Maestro sulla musica che avrebbe dovuto accompagnare ed esaltare le sue scelte registiche.
E ancora, tra i materiali inediti, sarà esposta la primissima sceneggiatura di quello che poi sarebbe diventato Amarcord, intitolato “Il borgo”, in una prima stesura,e la sceneggiatura di “Otto e mezzo” di proprietà di Lina Wertmuller, che fu assistente alla regia di Fellini proprio in quel film.
Sfileranno gli abiti di moda ecclesiastica di Roma accanto ai costumi del Casanova, per i quali lo scenografo Danilo Donati ottenne l’Oscar. Sarà esposto, sempre dal set di “Casanova”, il ciak originale, uno dei prestiti della Fondazione Fellini di Sion, con la quale il Comune di Rimini ha siglato un protocollo di intesa. Altri prestiti provenienti dall’archivio fotografico di Elisabetta Catalano e dalle collezioni provate di due maestri della fotografia, come Tonino Delli Colli e Giuseppe Rotunno, riempiranno le sale dedicate ai compagni di viaggio di Fellini, mentre le immagini di brani di repertorio dell’Istituto Luce e di Teche Rai scorreranno accanto alle sequenze del film del regista riminese in un rinvio da cui riemergeranno gli ultimi cento anni della storia del nostro Paese. Anche dall’archivio dell’Associazione Tonino Guerra ci saranno materiali inediti appartenuti al poeta, scrittore e sceneggiatore nato a Santarcangelo nel 1920, testimonianza di un incontro umano e professionale che ha segnato il cinema e la cultura italiana.
Una mostra inedita su Fellini perché porta al centro del proprio percorso la visione dei film, e questo grazie alla partecipazione sia dei produttori più o meno recenti (come Cristaldi, Titanus, De Laurentiis, Grimaldi, Rai Cinema) sia di coloro che in questi anni, come Mediaset, hanno custodito e tutelato una parte considerevole della filmografia.
Tutte le iniziative che festeggeranno il centenario sono raccolte sotto l’etichetta di “Fellini 100”, il cartellone delle celebrazioni felliniane coordinato dal Comitato Nazionale (costituito da Ministero dei Beni e delle Attività culturali, ministero degli Affari esteri, Regione Emilia Romagna, Comune di Rimini, Fondazione Cineteca di Bologna, Istituto Luce, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Fondazione Maria Adriana Prolo) e che ha adottato come proprio logo un disegno del regista Paolo Virzì ispirato a una delle foto più famose della storia del cinema: Fellini domatore (di personaggi, di fantasie, di ossessioni) sul set di “8 1/2”, scattata da Tazio Secchiaroli.