BUSTO ARSIZIO – Nei giorni scorsi la madre di una studentessa si è presentata al Commissariato cittadino di Polizia e ha spiegato di aver scoperto che la figlia aveva furtivamente sottratto da casa i gioielli di famiglia, una trentina di oggetti in oro del valore di alcune migliaia di euro, che aveva consegnato a un uomo del quale lei conosceva solo il nome di battesimo. Quando aveva scoperto l’ammanco e l’esistenza dell’uomo, la donna aveva cominciato a chattare con lui spacciandosi per la figlia, accertando così che lo sconosciuto era effettivamente in possesso degli ori e che chiedeva denaro per restituirli.
La donna, d’accordo con i poliziotti, ha finto di assecondare le richieste e finalmente, dopo vari tentativi andati a vuoto, ieri pomeriggio è riuscita a fissare un appuntamento per riavere i suoi beni. Appuntamento al quale si sono presentati anche i poliziotti in borghese che hanno fermato e perquisito il ventiseienne; questo aveva in tasca un sacchettino pieno di oggetti d’oro riconosciuti come propri dalla vittima. Altri preziosi, grazie alle ricevute trovate nella casa dell’indagato, sono stati poi recuperati in un “compro oro” al quale erano già stati ceduti in conto vendita.
La figlia, alla domanda di quale fosse il motivo del suo gesto, ha raccontato che il ventiseienne si era proposto come paciere tra lei e il suo ex, assicurandole che avrebbe potuto recuperare il rapporto sentimentale se fosse stata in grado di fare regali e offrire cene al ragazzo. Per poter avere la liquidità necessaria il ventiseienne le aveva proposto di rubare i preziosi di famiglia e di portarglieli; lui avrebbe pensato a venderli girando il denaro così ricavato alla giovane.
Naturalmente diversa la versione del ventiseienne, che ha attribuito l’intera responsabilità alla ragazza dicendo che aveva ideato tutto da sola. L’uomo è stato denunciato per ricettazione, ma proseguono gli accertamenti per verificare come sono andate le cose.