MILANO – Sempre in sala operativa, ritmi frenetici, videoconferenze, analisi, attenzione alla parte sociale e a quella economica: Fabrizio Sala, vicegovernatore della Lombardia, fa il punto della situazione dopo quasi venti giorni di presenza del Coronavirus nella nostra regione.
I dati dei casi positivi aumentano, così come quello dei decessi. Siamo sulla buona strada?
“Io dico di sì e ne sono sinceramente convinto. I dati aumentano perché l’effetto delle misure adottate lo si vede sempre a distanza di tempo. Gli esperti ci dicono che per il cambiamento occorre attendere tra gli otto e gli undici giorni. La conferma l’abbiamo nel lodigiano con l’effetto “zona rossa”. Il tasso di contaminazione sta scendendo, ringraziamo tutti quei cittadini che hanno salvato gran parte della Lombardia e dell’Italia”.
Superata quella fase, cosa dobbiamo fare?
“Dobbiamo salvarci tutti. Significa evitare il contagio e, pertanto, rimanere il più possibile a casa. Lo andiamo ripetendo da tempo”.
La quotidianità ci propone però anche immagini di luoghi affollati, tra parchi e mercati.
“La maggioranza dei cittadini ha preso coscienza del problema. Purtroppo abbiamo ancora qualcuno che non si rende conto della gravità e si comporta in modo superficiale. Queste persone mettono a repentaglio la loro salute e quella degli altri”.
Questo può comportare un ulteriore inasprimento dei provvedimenti?
“Dipenderà dai dati che ci saranno consegnati. È la prima volta che un’epidemia si sviluppa così velocemente, sebbene non abbia un tasso di mortalità pari a quello delle pestilenze storiche. Quando abbiamo compreso questa caratteristiche, abbiamo voluto soluzioni molto forti. L’esempio del lodigiano, per cui eravamo stati criticati, parla da solo. Oggi tutti confermano che la prima ordinanza del governatore Attilio Fontana era andata nella giusta direzione”.
Non era possibile introdurre misure più drastiche fin da subito?
“In un Paese libero come il nostro la prima legge è quella del buonsenso. Sta anche ai cittadini capire che bisogna comportarsi in modo responsabile per isolare il virus. Ora ci stiamo passando noi, in futuro ci passeranno altri Paesi: più si agirà per contrastare l’epidemia, più ci saranno restrizioni, prima si riuscirà a uscire dall’emergenza”.
La vicenda Coronavirus vede la Lombardia particolarmente colpita. Lascerà il segno o ne usciremo rafforzati dal punto di vista economico e sociale?
“La Lombardia ne uscirà più forte, sarà anche diversa economicamente. In generale tutto il mondo sarà diverso dopo il passaggio della pandemia. Già ora, però, stiamo esercitando un ruolo da leader per le scelte fatte, per la lungimiranza. Anche per la ricerca scientifica”.
Proprio ieri, tra l’altro, la notizia della Roche che ha donato un farmaco per l’artrite, per un milione di euro, già utilizzato in Cina in via sperimentale.
“Non dimentichiamo che la Lombardia è prima in Europa per la farmaceutica. Noi ogni giorno mettiamo in contatto i vari centri, vagliamo informazioni. Ci confrontiamo anche con l’estero in continuazione. Io vado a dormire quando si alzano i cinesi per i primi colloqui. Sono scambi di informazioni che coordiniamo”.
La giornata tipo del vicegovernatore Sala com’è?
“Mi alzo prestissimo, vado a letto tardi. In mezzo c’è un’intensa attività in sala operativa, la partecipazione alle riunioni che facciamo in videoconfrerenza con le regioni, con il Governo, con la Protezione civile. Cerco anche di individuare nel mondo attrezzature sanitarie e dispostivi medico sanitari che servono al nostro personale negli ospedali. Mi occupo poi della parte economica. Oggi è convocato il Patto per lo Sviluppo, ovvero associazioni di categoria e parti sociali: condividiamo misure che domani dovranno essere finalmente varate dal Governo. Non basta pensare alla parte sanitaria del problema Coronavirus, non basta occuparsi alla parte sociale: è doveroso dedicare tutta la nostra attenzione anche all’economia. Le nostre imprese hanno bisogno di sostegno e di risposte certe in tempi rapidi”.