“I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. Lo afferma la Cei in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm sulla ‘Fase 2’ illustrato dal premier Giuseppe Conte.
La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della CEI e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. Già nei prossimi giorni – si legge in una nota – si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.
Comitato scientifico,per Messe criticità ineliminabili – “Criticità ineliminabili” rendono impossibile secondo i tecnici del Comitato Tecnico Scientifico la riapertura , già dal 4 maggio, delle funzioni religiose. In particolare il comitato ritiene che “la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose comporta, allo stato attuale alcune criticità ineliminabili che includono lo spostamento di un numero rilevante di persone e i contatti ravvicinati durante l’Eucarestia”. A partire dal 4 maggio quindi e “per le successive tre settimane”, sostengono gli esperti, “non essendo ancora prevedibile l’impatto che avranno le riaperture parziali e il graduale allentamento delle misure attualmente in vigore sulle dinamiche epidemiche, il Cts reputa prematuro prevedere la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose”. Un parere, fanno notare però, che potrà essere rivisto “a partire dal 25 maggio nella direzione di una previsione verso la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose, rispettando rigorosamente le misure di distanziamento sociale sulla base degli andamenti epidemiologici”.
Avvenire, ferita ingiustificabile – “Sarà molto difficile far capire perché, ovviamente in modo saggio e appropriato, si potrà tornare in fabbriche e in uffici, entrare in negozi piccoli e grandi di ogni tipo, andare in parchi e giardini e invece non si potrà partecipare alla Messa domenicale. Sarà difficile perché è una scelta miope e ingiusta. E i sacrifici si capiscono e si accettano, le ingiustizie no”. Lo scrive in un editoriale il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che sul tema fede e fase 2 parla di una “ferita incomprensibile e ingiustificabile”.
Bonetti, incomprensibile non far celebrare messe – “Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose”. Lo dice all’Ansa la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti commentando il discorso del premier Giuseppe Conte. “Non ho mai condiviso questa decisione e non credo ci assolva riferirci alla rigidità del parere del comitato tecnico scientifico. Sta alla politica tutelare il benessere integrale del Paese, e la libertà religiosa è tra le nostre libertà fondamentali”.