MILANO – Dopo l’emergenza sanitaria se ne presenta subito un’altra: quella dei trasporti. Perché con l’arrivo delle Fase 2, con il ritorno al lavoro di un po’ di pendolari pur con il mantenimento di alcune regole per prevenire la diffusione del coronavirus, adesso si rischiano davvero altri disagi.
Una ulteriore conferma arriva da Andrea Gibelli, presidente di Ferrovie Nord, che ha parlato a cuore aperto questa mattina a Rtl 102.5 affrontando il tema della Fase 2 e quello delle ripercussioni sui trasporti. “I mezzi mi sono stati ridotti a un quarto – ha spiegato Gibelli – e questo rischia di portare la situazione in una condizione peggiore rispetto a prima, comunque non gestibile”.
“Il problema della norma – ha aggiunto Gibelli – è che obbliga il distanziamento anche sui mezzi: abbiamo cercato di spiegare che la distanza di un metro, sulle pensiline, nelle stazioni può essere gestibile con l’educazione e con la segnaletica. I comportamenti a bordo di autobus, treni e metropolitane difficilmente riusciranno ad ottemperare alla distanza del metro”.
Il presidente di Ferrovie Nord incrocia le dita: “E’ indubbio che domani non torna il 100% delle persone a lavorare, e ci auguriamo che le persone che si muoveranno a lavorare saranno, come hanno detto in base alle loro previsioni, un numero importante, ma non da mettere in crisi il sistema. Il nostro dubbio è che ci sono diversi provvedimenti e diversi atteggiamenti: se ci riferissimo solo i codici Ateco, si muoverebbero migliaia di persone in Lombardia, se si aggiungono le norme empiriche in aggiunte al decreto che consente ricongiungimenti e quindi la possibilità di muoversi fino al sesto grado di parentela, si rischia di portare al situazione in un condizione peggiore rispetto a prima, comunque non gestibile”.