Si chiamerà “dl Rilancio” il prossimo decreto sul quale il governo è al lavoro per sostenere l’economia – dalle famiglie alle imprese – nella fase dagdi gestione della crisi provocata dal coronavirus. I diversi ministeri hanno inviato le proposte, che sono contenute in un documento di lavoro di oltre 770 pagine che l’Ansa ha potuto visionare. Molte proposte sono incomplete, altre non trovano il parere favorevole della ragioneria. Il documento, che fotografa un provvedimento in evoluzione, contiene norme dal lavoro alla salute, dalla famiglia allo sport.
Salirebbe da 600 a 1.200 euro il bonus per il baby sitting che si estenderebbe anche ai centri estivi, nelle diverse declinazioni che vanno dai servizi integrativi per l’infanzia ai servizi socio educativi territoriali. E’ quanto prevede la proposta contenuta nel documento di lavoro per la messa a punto del decreto rilancio. La misura – che non riporta rilievi della Ragioneria – prevede anche un incremento a 2.000 euro per il bonus in favore del personale sanitario.
Tra le altre ipotesi: un credito d’imposta a favore dei nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 35.000 per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive e utilizzabile dal 1 luglio al 31 dicembre 2020, in favore di un solo componente per nucleo familiare nel limite massimo di 500 euro. La misura del credito sarebbe di 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e di 150 euro per quelli composti da una sola persona. Il credito sarebbe fruibile nella misura dell’90% come sconto e del 10% come detrazione.
La proroga per il trattamento di Cassa integrazione potrebbe essere di 12 settimane e non di 18 come proposto inizialmente e partirebbe dai periodi che decorrono dal 23 febbraio fino al 31 ottobre. Su questo punto una nota della Ragioneria indica le 12 settimane come il periodo coperto finanziariamente. Prevista una spesa di 1,2 miliardi. Arrivano anche semplificazioni: i datori di lavoro che non anticipano i trattamenti ordinari di Cig possono fare richiesta diretta all’Inps di pagamento della prestazione.
Una estensione dai 60 giorni del Cura Italia a cinque mesi per i licenziamenti. E’ l’ipotesi riportata dal documento di lavoro in vista della predisposizione del Decreto Rilancio che amplia il periodo nel quale sono preclusi i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo e sospende anche le procedure pendenti. Viene inoltre concessa la possibilità al datore di lavoro di revocare in ogni tempo l’eventuale licenziamento purché faccia richiesta di cassa integrazione salariale in deroga. (Ansa)