Il commercio è di sicuro uno dei settori più colpiti dall’emergenza coronavirus. Forse il più colpito. E la Confcommercio, a pochi giorni dalla cosiddetta riapertura, in un clima di grande incertezza e di poche direttive, fa sentire la sua voce per bocciare l’atteggiamento del Governo.
“L’incertezza è sempre negativa – commentano i vertici di Confcommercio con una nota -, ma in una crisi drammatica come quella che viviamo è disastrosa. Non si fa così. Si attende per lunedì la “riapertura” del Paese. Ma ancora non si sa come. Le bozze di provvedimento, che come è ormai consuetudine stanno già largamente circolando, prevedono quale condizione il rispetto dei contenuti di “protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale””.
Un bel problema. Perché stando ai documenti ufficiali a loro volta, “le singole regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”.
“La domanda – dichiara Confcommercio – nasce spontanea: di grazia, è possibile sapere oggi (venerdì) di quali protocolli nazionali e regionali si sta parlando, posto che lunedì le saracinesche dei negozi dovrebbero tornare ad alzarsi? Centinaia di migliaia di imprese attendono con urgenza una risposta”.