Le cellule adipose producono grandi quantità di una proteina che il nuovo coronavirus utilizza per infiltrarsi nelle cellule. Per questo le persone in sovrappeso potrebbero essere piu’ a rischio di complicazioni. Questo è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Obesity e condotto dagli esperti del Servizio sanitario nazionale inglese Public Health England, che hanno raccolto i dati riguardo i pazienti Covid-19. “Il 75 per cento dei pazienti Covid-19 in terapia intensiva è sovrappeso. In Inghilterra circa tre adulti su dieci sono clinicamente obesi, cioè presentano un indice di massa corporea superiore a 30, uno dei tassi piu’ alti nel mondo occidentale”, sostengono i ricercatori.
“Le cellule chiamate adipociti, che si trovano negli organismi delle persone in sovrappeso e nei pazienti diabetici di tipo 2, potrebbero fungere da ‘serbatoio virale’ per Sars-CoV-2”, dichiara Ilja Kruglikov della Wellcomet GmbH, in Germania, aggiungendo che le cellule adipose possono inoltre guidare la produzione di cellule chiamate miofibroblasti, uno dei principali motori della fibrosi polmonare. “Il rischio di sviluppare questo tipo di patologia, che provoca delle lesioni nel tessuto polmonare che riducono la funzione degli organi e l’assunzione di ossigeno, aumenta con l’avanzare dell’età e rappresenta un rischio per i pazienti Covid-19”, afferma Philipp Scherer del Southwestern Medical Center dell’Università del Texas. “Le persone in sovrappeso – proseguono i ricercatori – dovrebbero pertanto attuare comportamenti preventivi ancora più rigorosi, dato che rientrano nelle categorie a rischio. Anche la perdita di peso sarebbe auspicabile, perché l’obesità rappresenta un fattore di rischio per una serie di altre complicazioni cliniche”.
“E’ troppo presto per stabilire con precisione la relazione tra obesità e Coronavirus, dobbiamo affrontare le ipotesi con cautela”, specificano gli esperti del Public Health England, che nelle loro indagini hanno tenuto conto anche di altre caratteristiche dei pazienti, come età, genere e posizione geografica. Secondo uno studio dell’Università di Liverpool, basato sull’analisi di circa 17mila pazienti ricoverati, l’obesità potrebbe aumentare il rischio di morire di Coronavirus del 37 per cento, superiore rispetto al tasso di mortalità delle persone con malattie cardiache (31 per cento).
“Avere un indice di massa corporea compreso tra 30 e 34 – affermano gli scienziati – fa sì che una persona abbia il doppio delle probabilità di essere ricoverata in terapia intensiva rispetto a una persona con un Bmi inferiore a 30. Per i pazienti con un Bmi di 35 o più, la probabilità è quasi quattro volte superiore”, spiegano gli esperti. “Si tratta di una questione piuttosto delicata. Convincere le persone che il loro peso può rappresentare un problema è molto difficile, dato che l’aspetto fisico è legato all’autostima e a una serie di questioni psicologiche. Confidiamo che le persone comprendano i pericoli in cui incorrono e decidano di perdere peso per salvaguardare la propria salute. Speriamo inoltre che dati e le informazioni raccolti possano essere utili per stabilire eventualmente nuove precauzioni da attuare”.