ROMA – La situazione di ieri era un po’ più desolante, soprattutto per chi ha riaperto l’attività e per diverso tempo si è ritrovato il locale o il negozio senza clienti. Oggi sembra che qualche piccolo progresso si stia registrando.
“L’Italia sta allentando la maggior parte delle restrizioni – ha affermato Giuseppe Conte, alla sessione conclusiva dell’Assemblea mondiale della salute -, pur mantenendo rigorose misure di sicurezza per ogni attività sociale e commerciale. Continuiamo a rafforzare la nostra infrastruttura sanitaria, aumentando le unità di terapia intensiva e assumendo medici e operatori sanitari. Abbiamo ampliato i test e sviluppato un piano di monitoraggio nazionale in sinergia con le nostre autorità locali. Stiamo entrando nella ‘Fase due’ con cauto ottimismo e senso di responsabilità. L’Italia è stata uno dei primi e più colpiti paesi da questa pandemia. A marzo, dovevamo prendere misure drastiche per contenere la diffusione del virus. Dopo due mesi, i dati epidemiologici sono incoraggianti: confermano che i nostri sforzi e sacrifici collettivi hanno dato i loro frutti”.
Nel secondo giorno della ripartenza post lockdown le città si rianimano, torna il traffico e c’è più gente sui mezzi pubblici. Gli esercizi commerciali, dai negozi di abbigliamento a quelli di calzature, dai parrucchieri ai centri estetici, ma anche ristoranti, bistrot, chiese, tutti si adoperano a predisporre la sanificazione dei locali e a distribuire gel igienizzanti, mascherine e guanti. Ma restano le difficoltà nel reperire con facilità il materiale previsto dalle normative vigenti per far fronte all’epidemia.
Nel frattempo Confcommercio continua a monitorare la situazione: “Oltre il 90% dei negozi di abbigliamento ha riaperto in sicurezza: intimo, camicie e scarpe sono tra i prodotti più richiesti. Riprende ossigeno la ristorazione ma l’avvio è lento: il 70% dei bar e dei ristoranti hanno aperto tutti ben equipaggiati di mascherine e gel disinfettanti, ma con personale ridotto: infatti il 40% dei dipendenti è rimasto a casa, pari a circa 400.000 unità. Tanti sono i titolari che utilizzeranno i divisori all’interno del ristorante soprattutto nell’area cassa, quasi nessuno sui tavoli. Nel Paese la percentuale dei mercati riaperti si aggira intorno al 50% – 60% del totale. Lo riferisce Confcommercio. A Roma sono aperti tutti i mercati coperti e su area attrezzata. I mercati periodici, diversamente dal resto della regione, sono ancora chiusi come in Piemonte, Sicilia e in parte della Lombardia, compresa Milano. In Campania consentita soltanto l’attività di vendita dei prodotti alimentari. Nel resto del Paese le aperture sono a macchia di leopardo”.