“Le imprese del trasporto persone sono allo stremo. Servono rapidi e tangibili interventi a loro sostegno. Altrimenti entro settembre il comparto perderà almeno un quarto delle imprese”. A lanciare l’allarme in una nota è Cna Fita, che rappresenta a livello nazionale oltre 9 mila imprese tra tassisti, ncc auto e autobus su un totale di circa 38 mila imprese, in larga parte artigiane, con 40 mila addetti e 70 mila veicoli.
“Questo settore – prosegue la Cna – ha subito, sta subendo e rischia di subire ancora a lungo gli effetti negativi della pandemia. Eppure è scarsamente considerato benché nella fase di emergenza, e tuttora, abbia operato con obblighi di servizio, come nel caso dei taxi, e in totale rimessa e fatturato a zero nel caso di ncc e autobus. Pur comprendendo il forte stato di disagio delle imprese, abbiamo deciso di non aderire a nessuna forma di protesta, almeno in questa fase. Attraverso l’interlocuzione a tutti i livelli con le istituzioni ci auguriamo che le nostre proposte vengano accolte nella fase di conversione e di emanazione dei prossimi provvedimenti”.
“È necessario trovare soluzioni capaci di contenere le principali voci di costo – conclude la Cna – e al tempo stesso lavorare su interventi in grado di stimolare una nuova domanda di trasporto, con forme di integrazione al Trasporto pubblico locale, e di aprire nuovi segmenti di mercato, come i servizi dedicati nell’ambito socio-sanitario, stanziando risorse specifiche e rafforzando le misure di sostegno in termini di ristoro a fondo perduto. Il dramma che si sta prefigurando per le imprese non può essere sottovalutato. Le poche risorse a disposizione vanno indirizzate con oculatezza per sostenere concretamente il settore”.