MONZA – Le chiamano bombe d’acqua, perché il loro impatto sul territorio ha l’effetto di un’esplosione che investe strade, terreni e corsi idrici. Un fenomeno che ha violentemente colpito la Brianza nelle ultime due settimane. Sempre più frequenti, i nubifragi rappresentano uno degli elementi più visibili e impattanti del cambiamento climatico, un’emergenza globale che investe trasversalmente tutti i livelli, da quello europeo a quello locale.
Le abnormi quantità di pioggia che, in un brevissimo intervallo di tempo, si sono abbattute sul territorio brianzolo hanno raggiunto picchi di intensità di 160 mm/h. E se sembrano pochi, basti pensare che, rapportate all’estensione di un comune medio brianzolo, equivarrebbero a milioni di secchiate d’acqua riversate in un’ora, un quantitativo difficile anche solo da immaginare.
E a subirne i danni sono anche le fognature comunali, che nel giro di pochi minuti si trovano invase da queste enormi quantità d’acqua, provenienti da terreni privati e abitazioni che, come un imbuto, fanno confluire tutte le acque sulle carreggiate stradali, allagandole.
Il problema principale è legato proprio all’apporto delle acque meteoriche provenienti dai terreni privati, che anziché essere smaltite in loco come dovrebbe essere, raggiungono le fognature comunali danneggiandole gravemente e causando gli allagamenti che investono tutta la Collettività. Un problema che non può essere direttamente controllato né gestito dalle Utilities del Servizio Idrico Integrato. Per questo BrianzAcque lancia un appello: costituire una task force con i Comuni, i Parchi, la Provincia, la Regione e la Protezione Civile, che possa agire su più fronti per un problema multilivello, che richiede l’apporto e l’impegno di tutti.
“Questi nubifragi sono una delle manifestazioni più severe del cambiamento climatico che stiamo vivendo negli ultimi decenni – commenta Enrico Boerci, presidente e amministratore delegato del gestore brianzolo – di cui noi, come gestori delle reti di fognatura, subiamo i danni diretti. È necessaria la costituzione di un’agenda condivisa tra gli attori territoriali per affrontare in maniera sinergica e integrata un problema globale che investe trasversalmente tutti gli ambiti.”
Gli ingenti investimenti per il contenimento delle acque meteoriche, che la monoutility dell’acqua brianzola ha messo in campo dal 2014, hanno diffusamente evitato gravi danni. È il caso di Agrate Brianza, dove le vasche di via Puccini, via Don Cantini, dei sottopassi di via Battisti e i pozzi perdenti di via Archimede hanno funzionato a pieno regime, così come le vasche costruite a Bernareggio, in via delle Industrie, al quartiere Spaccone di Desio e l’intervento a Ruginello di Vimercate, che hanno evitato gli allagamenti che prima rappresentavano una costante criticità. Anche la maxi-vasca di Nova Milanese ha protetto i Comuni da possibili allagamenti.
“Le vasche volano costruite in questi anni – continua Boerci – hanno confermato che gli investimenti fatti sono una risposta efficace, perché hanno consentito quasi ovunque di contenere i danni delle bombe d’acqua di queste settimane, è però necessario che questi siano affiancati anche da azioni di riduzione a monte degli apporti delle acque meteoriche, soprattutto provenienti da abitazioni private e terreni agricoli, che sfuggono all’ambito di controllo del gestore.”
È il caso di Arcore, dove i terreni privati, già grondanti per le piogge della settimana precedente, hanno riversato sulla sede stradale quantitativi d’acqua straordinari, allagando completamente la fognatura e la carreggiata. Un problema che deve essere affrontato in tandem con l’amministrazione comunale e gli altri enti attivi sul territorio.