MILANO – Una forte contrazione della produzione industriale sia rispetto al trimestre precedente (variazione congiunturale destagionalizzata -10%) che sullo stesso trimestre del 2019 (variazione tendenziale -10,1%). Forte contrazione della produzione anche per le aziende artigiane manifatturiere: si fissa al -13,2% la variazione congiunturale destagionalizzata e al -12,9% la corrispondente variazione tendenziale. E’ quanto emerge dalla presentazione dell’analisi congiunturale del primo trimestre 2020 di Unioncamere Lombardia.
“La perimetrazione di questa crisi anche con i risultati odierni – ha spiegato Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia – non ci consente di dare una definizione chiara. I dati, infatti, potrebbero cambiare di giorno in giorno, di settimana in settimana, di mese in mese ed è per questo che la crisi per molte imprese potrebbe diventare irreversibile. Per questo occorre un cambio di mentalità: la collaborazione tra pubblico e privato deve diventare un modello”.
“A fronte di una crisi trasversale che colpisce tutti i settori, con il presidente della Regione, si è pensato – ha proseguito l’assessore – di ottimizzare le risorse che comunque non sono infinite in funzione delle nostre competenze. Abbiamo agito guardando alle filiere e ai cluster nella convinzione di sostenere tutti i soggetti”.
“Il primo pacchetto di aiuti è stato dedicato al credito e, per alcuni soggetti, è stato veramente necessario. Abbiamo ampliato il più possibile la platea dei beneficiari, aumentando il periodo di ammortamento. Con il bando ‘Io riapro sicuro‘ – ha spiegato – abbiamo messo a disposizione risorse a fondo perduto, perché in tema di sicurezza vi sarebbero state nuove spese per le aziende del turismo e del commercio in materia di rispetto dei protocolli sanitari difficilmente sopportabili per i piccoli imprenditori.
“Altro capitolo il ‘pacchetto Faber‘ dedicato agli artigiani. In poche ore le risorse sono terminate, questo significa che l’impresa lombarda non si vuole arrendere. È però indispensabile, proprio in tema di risorse, che la Regione non sia sola, serve un’azione complementare con il Governo e l’Unione Europea. Bisogna fare sistema a partire dalle Regioni più virtuose: il rilancio deve infatti riguardare il sistema produttivo nazionale”. E chiudendo il suo intervento, Mattinzoli ha voluto ribadire come l’autonomia sia un passaggio fondamentale anche e soprattutto per risolvere i problemi dei singoli territori”.
L’indice della produzione industriale arretra ai livelli dell’anno base (anno 2010=100) fermandosi così a quota 100,4 (dato destagionalizzato) e annullando quanto costruito nel periodo di crescita, seppure moderata, degli ultimi sette anni.
Tengono gli Alimentari (-1,4%) e la Chimica (-1,7%). Soffrono con un -14%. Pelli-Calzature -23%, Abbigliamento -19%, Tessile (-13,4%). Si registrano alte percentuali di potenziali chiusure e forti contrazioni dei livelli produttivi anche per Legno e Mobilio (-18,8%), Siderurgia (-15,8%), Minerali non metalliferi (-15,1%), Mezzi di trasporto (-13,5%) e Meccanica (-10,5%).
Per le aziende artigiane l’indice della produzione scende bruscamente a quota 85,7 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100) il nuovo punto di minimo della serie, interrompendo così la lenta risalita verso quota 100 che ha caratterizzato gli anni dal 2013 al 2019.
La Gomma-Plastica (-9,1%) riesce a contenere le perdite sotto il 10%. Come per l’industria, le imprese legate al comparto moda risultano le più sofferenti: Abbigliamento (-18,3%), Pelli-Calzature (-17,2%) e Tessile (-12,7%). Anche i settori legati all’edilizia-casa sono sotto-performanti (Minerali non metalliferi -16,3% e Legno-mobilio -14,9%) mentre meglio della media fanno Siderurgia (-10,6%), Alimentari (-11,1%) e Meccanica (-12%).
Nell’industria l’occupazione nel primo trimestre 2020 presenta un saldo leggermente positivo (0,1%) Si fa evidente l’effetto dell’emergenza sanitaria nel ricorso alla cassa integrazione che aumenta considerevolmente: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione balza al 55,9% e la quota sul monte ore al 4,1%.
Per il primo trimestre 2020, nell’artigianato il saldo occupazionale è leggermente negativo (-0,1%), anche in questo caso con tassi d’ingresso (1,8%) e uscita (1,9%) in calo rispetto ai trimestri precedenti. In forte incremento il ricorso alla cassa integrazione con la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione che sale al 57,8%, mentre la quota sul monte ore è del 6,2%.