Sono 3,1 milioni gli italiani che quest’anno scelgono di andare in vacanza, anche per qualche giorno a giugno, sfidando la paura della pandemia e dando il primo vero impulso alla ripresa delle attività turistiche dopo il lungo lockdown. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ nel week end che con la fine della scuola segna tradizionalmente l’inizio delle ferie per i cittadini del Belpaese ma con partenze più che dimezzate (-54%) rispetto allo scorso anno a causa dell’emergenza Coronavirus che ha generato incertezza, preoccupazioni e difficoltà economiche.
Le vacanze 2020 registrano già da giugno una netta preferenza verso le mete nazionali – sottolinea la Coldiretti la Coldiretti – per il desiderio di sostenere il turismo nazionale ma anche per l’apertura delle frontiere che procede lentamente con l’Austria e la Slovenia che riapriranno all’inizio della prossima settimana il confine con l’Italia come la Grecia che ha ripristinato i voli ma pero’ chiede agli italiani i test per il Covid 19 mentre sono ancora sostanzialmente precluse tutte le tradizionali mete fuori dall’Unione Europea. Gran parte del circa 40% di italiani che preferivano vacanze all’estero quest’anno stanno dunque decidendo, per forza o convinzione, di rimanere nel Belpaese secondo un’analisi Coldiretti. Una tendenza importante – precisa la Coldiretti – per cercare di compensare la pesante incognita sulla presenza degli stranieri in Italia con gli arrivi completamente fermi soprattutto per i turisti provenienti da Paesi extracomunitari come Giappone, Cina e Stati Uniti mentre deboli segnali arrivano da Germania e Nord Europa.
Le partenze in “bassa stagione” sono particolarmente apprezzate da chi ama la tranquillità e vuole stare lontano dalle folle, tanto più considerate le misure sul distanziamento sociale per garantire la sicurezza, senza rinunciare però a visitare le principali mete turistiche. Ma in avvio della stagione turistica è anche più facile avere degli sconti rispetto all’alta stagione, fino al -25% con i listini per l’alloggio, il vitto ma anche ombrelloni e lettini che infatti subiscono un’impennata a partire dal mese di luglio per toccare i valori massimi nella prima metà di agosto. Un’opportunità importante anche considerato il rischio generale di rincari a causa delle misure di prevenzione che si sono tradotte in un netto aumento dei costi a carico delle strutture ricettive.
La maggioranza degli italiani in viaggio – continua la Coldiretti – ha scelto di riaprire le seconde case di proprietà, o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono nell’ordine anche alberghi, bed and breakfast e campeggi con i camper molto gettonati. Tra le mete privilegiate delle vacanze di giugno ci sono sicuramente le oltre 24 mila aziende agrituristiche italiane che, spesso situate in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche secondo Terranostra e Campagna Amica.
Il ritorno alla vacanza degli italiani rappresenta una grande speranza per il turismo nazionale dopo che – sottolinea la Coldiretti – durante gli ultimi tre mesi si contano 81 milioni di presenze perse per effetto del lockdown che ha azzerato i flussi dei viaggiatori a partire da marzo che segna tradizionalmente il rilancio stagionale con il susseguirsi di occasioni di vacanza tra le festività di Pasqua, Festa della Liberazione, 1 maggio e Pentecoste, rilevante soprattutto per gli arrivi dall’estero. L’impatto economico fra marzo, aprile e maggio è stato drammatico con l’azzeramento della spesa turistica nel trimestre e una perdita stimata dalla Coldiretti in quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping.
A rischio c’è un sistema turistico Made in Italy che si compone di 612 mila imprese con oltre 700 mila unità locali e rappresenta – conclude la Coldiretti – il 10,1% del sistema produttivo nazionale, superando il settore manifatturiero, con 2,7 milioni di lavoratori, il 12,6% dell’occupazione nazionale secondo elaborazioni dati Unioncamere.