PECHINO – Non è ancora il lockdown totale, ma le autorità cinesi stanno prendendo le misure per cercare di contenere la nuova diffusione del coronavirus: dopo aver riscontrato più di cento casi nel giro di pochissimi giorni, ecco che scattano già le prime restrizioni.
Il dato esatto è di 106 casi di positività contati tra l’11 e il 15 giugno. Più che sufficienti per le autorità sanitarie per intervenire in modo deciso. Orma non ci sono più dubbi: non si tratta di casi di ritorno, bensì si tratta di un focolaio collegato all’enorme mercato della carne di Xinfadi.
Dopo i primissimi casi le autorità avevano già deciso di isolare undici quartieri residenziali situati nella zona sud della capitale. Ora la scelta è stata quella di alzare dal livello 2 al livello 3 il meccanismo che fa scattare i protocolli per la sicurezza.
La prima conseguenza è stata la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado: da domani gli studenti rimarranno a casa. Al momento restano aperte le aziende, ma a tutti viene chiesto ove possibile di praticare il lavoro a distanza. Se non sarà sufficiente, nuovo giro di vite e stop anche alle attività produttive della regione.
Intanto sono stati proibiti gli spostamenti a tutti i cittadini che risiedono nelle zone ritenute a maggior rischio di contagio. Per potere uscire dalla città è necessario dimostrare di avere effettuato il test con risultato negativo non più di sette giorni prima della partenza. Incrociando le dita perché questo si riveli sufficiente a riportare i nuovi contagi vicini allo zero.