MILANO – La Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, le delibere riguardanti l’autorizzazione al controllo dello storno e del colombo di città per prevenire danni all’agricoltura.
“Queste due specie – ha dichiarato Rolfi – negli ultimi anni hanno causato 1,7 milioni di euro di danni alle coltivazioni lombarde. Purtroppo i metodi dissuasivi messi in atto sono risultati scarsamente efficaci. Le deroghe al prelievo venatorio sono state approvate da Ispra”.
L’autorizzazione al controllo della specie storno mediante prelievo venatorio vale per il periodo 1° settembre – 31 ottobre 2020. In Lombardia, dal 2008 al 2019 sono stati complessivamente accertati danni causati dallo storno alle produzioni agricole per un totale di 845.000 euro.
Il prelievo potrà essere effettuato nei frutteti e vigneti in presenza del frutto pendente nonché a una distanza non superiore a 500 metri dalle suddette colture. Il prelievo potrà essere effettuato dai cacciatori residenti in Lombardia espressamente autorizzati. E potrà essere realizzato nelle forme da appostamento fisso e vagante. Quindi senza l’utilizzo di richiami o ausili di altra natura. È stato stabilito un numero massimo di 8.000 capi prelevabili e un numero massimo di 600 cacciatori autorizzabili al controllo.
“Le colture maggiormente danneggiate dallo storno – ha spiegato l’assessore – sono quelle vitivinicole per la produzione di vini Doc e Docg e frutticole. Con concentrazione dei danni nel periodo della maturazione dei frutti a giugno e tra agosto e ottobre. Le misure dissuasive per allontanare gli storni non risultano sufficientemente efficaci e per la Regione è fondamentale difendere le produzioni di frutta e di vino”.
Per quanto riguarda il colombo di città, il prelievo venatorio autorizzato vale durante il periodo 20 settembre 2020 – 20 gennaio 2021. In Lombardia, l’importo dei danni accertati alle produzioni agricole dal colombo di città negli anni dal 2004 al 2019 è di 932.000 euro.
L’abbattimento dovrà essere effettuato a una distanza non superiore a 100 metri in corrispondenza delle fasi di semina, emergenza e sviluppo iniziale delle plantule delle coltivazioni agrarie. Il prelievo potrà essere effettuato dai cacciatori residenti in Lombardia espressamente autorizzati dal competente ufficio. Inoltre, il prelievo dovrà essere attuato da appostamento fisso e appostamento temporaneo, mediante utilizzo di zimbelli non vivi e stampi attrattori. È stato stabilito un numero massimo pari a 50.000 capi prelevabili e un numero massimo pari a 600 cacciatori autorizzabili al controllo.
“È una specie – ha ricordato l’assessore – che danneggia i campi di frumento, girasole, mais, orzo, pisello, riso e soia. E che va contenuta anche in considerazione della diffusione e abbondanza sul territorio agricolo regionale. Tra l’altro, il colombo porta un rischio anche di tipo sanitario presso gli allevamenti. In quanto i piccioni possono ospitare una quantità di patogeni di varia natura trasmissibili per via aerea e non solo”.
“Continuiamo quindi – ha concluso Rolfi – nell’opera di tutela della nostra agricoltura. Che passa necessariamente da una alleanza sempre più stretta tra mondo agricolo e mondo venatorio”.