BOLOGNA – Bartolini Corriere Espresso “sta seguendo e gestendo con estrema attenzione l’evolversi della situazione legata al cluster Covid-19 verificatosi nel proprio magazzino di Bologna Roveri, e originato da lavoratori di servizi logistici di magazzino gestiti da una società esterna”. Lo scrive l’azienda che “si è prontamente attivata in stretta collaborazione con l’Azienda sanitaria locale”, facendo uno screening con tampone su circa 370 persone. Bartolini si è attivata “al fine di contingentare e razionalizzare le attività operative e contemporaneamente per la verifica della diffusione del contagio.
Sono state dunque “prontamente attuate le necessarie misure di sicurezza a tutela degli operatori e dei dipendenti e di verifica di diffusione del contagio”. Per prima cosa “è stato effettuato lo screening attraverso tampone naso-faringeo dei circa 200 lavoratori, che attualmente ha evidenziato la presenza di alcuni positivi asintomatici”. Inoltre, per tutti i lavoratori coinvolti è stato disposto l’isolamento domiciliare, Quindi, è stata fatta una “profonda sanificazione degli ambienti. Infine, “con l’obiettivo di tutelare al massimo la salute di clienti, fornitori e collaboratori diretti ed indiretti, in data odierna sono stati sottoposti a tampone altri 170 lavoratori, tutti i drivers ed i dipendenti operativi della filiale”.
“Le regole, in magazzino – ha spiegato Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna – non venivano rispettate in modo sistematico. Abbiamo notato che, qualche volta, le persone non usavano la mascherina e non rispettavano la distanza di sicurezza di un metro. Non è che non venisse usata la mascherina in generale, ma veniva usata in modo saltuario, quindi non in modo corretto”.