Nonostante le evidenze di crescita del 2019 e di inizio 2020 parlino di un settore in salute, lo scenario è cambiato con l’emergenza Covid-19, che ha segnato, nei mesi di lockdown, l’inizio di un trend di progressiva decrescita per la Bresaola della Valtellina IGP. Il settore è stato infatti tra i più penalizzati all’interno di un alimentare dinamico che in alcuni casi ha segnato anche performance di crescita.
Complessivamente, nei tre mesi (marzo-maggio) – per la Bresaola della Valtellina Igp – si stima un calo pari a -23% a volume, corrispondenti a una perdita di circa 800 mila kg, pari a oltre 28 milioni di euro di valore al consumo. Secondo l’analisi del Consorzio di tutela alla base della riduzione dei volumi c’è soprattutto l’azzeramento dei consumi fuori casa e più in generale le mutate abitudini del consumatore: per molte settimane, per limitare i contatti ravvicinati con gli altri clienti nei supermercati si è preferito evitare il banco assistito tanto quanto le vasche delle offerte. Il confezionato ha tenuto, ma il prezzo medio della bresaola, più alto rispetto ad altre referenze di salumi, ha risposto meno alle esigenze di spesa di una larga fascia di consumatori, su cui questa emergenza ha impattato a livello economico e di reddito in modo significativo.
Ma a partire dalla seconda metà di maggio, ci sono stati segnali positivi di ripresa. “Già gravato dalla pesante zavorra dei dazi strutturali e dei pesanti rincari della materia prima di fine 2019 – commenta Franco Moro, Presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina –, il settore oggi si trova a fronteggiare anche le conseguenze del Coronavirus, ma tra alti e bassi sta reggendo la crisi e inizia a dare dei segnali positivi di ripresa. E il mese di giugno lo sta confermando, forte del fatto che in estate la bresaola diventa protagonista di tante preparazioni. La filiera ha reagito in maniera responsabile investendo ulteriormente in sicurezza per i lavoratori e con senso di responsabilità, assicurando continuità produttiva per far arrivare il prodotto nei punti vendita. Quello della bresaola rappresenta un comparto vitale per l’economia della Valtellina. Offre oltre 1400 posti di lavoro e garantisce reddito diretto ad altrettante famiglie, a cui si aggiunge l’indotto”.