Le linee guida non bastano, il rischio questa volta è davvero reale: nel mese di settembre gli asili nido privati potrebbero essere costretti a raddoppiare le rette, ma in alcuni casi non basterà per evitare il rischio chiusura. E’ quanto ha raccontato Carlo Pallino, responsabile del comitato EduChiAmo, nato durante l’emergenza Covid-19 e portavoce oggi di oltre 7.500 asili nidi su tutto il territorio nazionale, interpellato dall’Agi.
“Le linee guida – spiega Pallino – sono un documento incompleto, che contiene solo indicazioni vaghe e poco praticabili per bambini di questa fascia d’età. Se ci rifacciamo alle regole previste oggi per i centri estivi, la situazione sarà davvero difficile”.
Il responsabile di EduChiAmo ricorda che la normativa attualmente in vigore, finalizzata al contenimento della diffusione del virus, impone un rapporto educatore bambini di 1 a 5. Ma la cosa principale è che questo gruppo non dovrà cambiare e potrà frequentare gli altri ambienti della struttura solo previa sanificazione. Nella bozza il rapporto non è specificato ma è rimasta l’indicazione “piccoli gruppi”.
“Il numero dovrebbe essere più o meno quello – racconta Pallino -. Ma ciò comporta vari problemi. Il primo è che il totale degli educatori dovrà per forza di cose aumentare, anche perché è impensabile che una persona lavori dalle 7.30 alle 18.30 da sola. Il secondo è che la struttura non riuscirà ad accogliere lo stesso numero di iscritti degli scorsi anni. Si stima un calo degli iscritti del 20-25%. La legge pre-Covid stabilisce che un bambino deve avere a disposizione uno spazio 6 metri quadri, ciò vuol dire che prima in una stanza di 30 mq riuscivamo a far giocare 10-12 bambini. Oggi quella stessa stanza sarà occupata da 5 bambini e un’educatrice. E poi in bilancio bisogna considerare anche le spese di sanificazione, che non riguardano solo la persona o la ditta che dovrà occuparsi della continua pulizia delle stanze e dei bagni, ma anche del costo dei prodotti che è aumentato a dismisura”.
Di fronte a uno scenario di questo tipo, anche sulla base di quello che avviene oggi per i centri estivi, è facile pensare che gli asili nido si vedano costretti ad aumentare la retta. Se tutto va bene l’incremento potrebbe essere del 60%, altrimenti potrebbe anche raddoppiare. Pallino, però, avverte: “Il comparto dà lavoro a più di 50 mila persone. Se chiudiamo il problema non è solo nostro”.