MILANO – Sui numeri, non c’è discussione: è sulla loro interpretazione che gli ambientalisti la pensano in modo diametralmente opposto rispetto all’assessore all’Ambiente della Lombardia, Raffaele Cattaneo, che ha annunciato di non voler considerare le attese restrizioni al traffico dei diesel euro 4, su cui stanno lavorando le altre regioni e le città del Nord Italia. O comunque di convincerle a non attuare il blocco.
“Un doppio errore – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – in primo luogo perché rompe il fronte dell’impegno delle regioni del Nord Italia a condurre azioni coordinate per la riduzione dello smog, e poi perché i dati su cui si basa Cattaneo suonano, al contrario di quanto egli affermi, come una chiarissima conferma del ruolo delle emissioni da traffico, e in primo luogo da diesel, sull’inquinamento atmosferico”
L’associazione rimarca come la riduzione misurata nelle emissioni di NOx durante il periodo di lockdown (fino al 40%), sia notevole e interamente attribuibile alla riduzione del traffico (calato del 80% per quanto riguarda le autovetture, e del 50% per il trasporto commerciale). Un dato che conferma, in modo molto lineare, quello che già le Arpa del Nord Italia avevano da tempo stimato con i loro modelli, i cui dati sono riportati sul sito dell’inventario nazionale delle emissioni: ben il 51% delle emissioni di NOx in Lombardia derivano da traffico, con un ruolo assolutamente prevalente delle motorizzazioni diesel.
Meno rilevante è invece il dato delle emissioni di polveri sottili, dal momento che meno di un terzo del PM10 in atmosfera deriva da emissioni dirette allo scarico: grazie al miglioramento dei dispositivi di abbattimento, infatti, la gran parte del PM10 che respiriamo d’inverno deriva da reazioni di chimica atmosferica tra inquinanti: ancora una volta da ossidi d’azoto (NOx), che si combinano con l’ammoniaca dei (troppi) allevamenti intensivi della pianura lombarda. Per questa ragione le riduzioni delle concentrazioni di PM10 sono state meno forti, precisamente un terzo delle riduzioni di NOx, dal momento che le emissioni di fonte zootecnica ovviamente non sono state minimamente influenzate dal lockdown.
‘L’approccio multifattoriale – affermano da Legambiente – è quello giusto, occorre operare su tutte le fonti emissive di inquinamento atmosferico, incluse le fonti zootecniche e da quelle da riscaldamento domestico, ma se non si mettono in fila le priorità si fa un’informazione tendenziosa e scorretta, e ci si allontana dalla risoluzione dei problemi: i dati dell’inquinamento nel periodo del lockdown confermano che le priorità non sono cambiate, al primo posto vengono le politiche per la riduzione del traffico, subito dopo quelle per le emissioni da impianti termici e allevamenti! Prima metteremo il diesel fuori dalle città lombarde, meglio sarà per tutti’.
L’associazione conclude con una nota positiva sull’inquinamento estivo, quello causato dall’ozono, gas tossico che si forma nella bassa atmosfera per effetto della luce solare, a partire da precursori in gran parte originati dal traffico: “da anni l’avvio della stagione estiva è associato all’allarme ozono, con gran parte delle località pedemontane e della pianura che presentano livelli di ozono assolutamente insalubri. Anche quest’anno abbiamo alcuni superamenti, in particolare nel pavese e nell’alta Brianza, ma la situazione è complessivamente molto migliore degli anni passati. Sicuramente è anche merito di livelli di traffico che restano più bassi della media, nonostante la fine del lockdown. Un segnale positivo, che però è destinato a non durare, se non prendiamo di petto una strategia di strutturale riduzione dell’inquinamento da traffico in tutta la Lombardia!”.