CAGLIARI – E’ la regione che anche ieri ha fatto segnare un doppio zero, ovvero niente nuovi contagi e niente decessi. La Sardegna, però, paga più di tutte le altre regioni costiere d’Italia le conseguenze del coronavirus: a giugno, unica in Italia, ha fatto segnare un -80% rispetto all’anno scorso.
Il dato balza subito all’occhio, anche perché, a non molta distanza sulla terraferma, c’è la Toscana che sulle spiagge registra “solo” un -30%. Di sicuro sono diversi i fattori da prendere in considerazione per trovare una spiegazione. Tra questi il problema dei trasporti, tra assembramenti, paure, chiusura degli aeroporti.
Chissà se l’atteggiamento intransigente del governatore Christian Solinas, che per le sue affermazioni era entrato anche in aperto contrasto con Beppe Sala, sindaco di Milano (“Quando dovrò prenotare – aveva dichiarato il primo cittadino – mi ricorderò di chi pretende di imporre il passaporto sanitario ai milanesi”), può in un qualche modo aver contribuito ad allontanare qualche turista.
“Per gli imprenditori balneari la stagione estiva è iniziata in ritardo e con la concentrazione delle presenze nei fine settimana – dichiara Antonio Capacchione, Presidente del Sib (Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio) -. I più fortunati hanno avuto le autorizzazioni per allestire le proprie strutture soltanto a maggio inoltrato per poter, poi, aprire i cancelli a fine mese. Ma solo nella seconda metà di giugno i primi turisti hanno iniziato ad usufruire dei servizi di spiaggia, erogati sempre tenendo conto dei protocolli di sicurezza. Buone le presenze nei week-end, ma i numeri riscontrati non sono assolutamente sufficienti per risollevare i conti dopo una primavera totalmente mancata”.
Questa la situazione sulle spiagge nelle regioni italiane:
– Sardegna: -80%
– Lazio: -75%
– Molise: -75%
– Basilicata: -70%
– Campania: -70%
– Friuli Venezia Giulia: -65%
– Sicilia: -60%
– Calabria: -55%
– Abruzzo: -50%
– Veneto: -50%
– Liguria: -45%
– Marche: -45%
– Emilia Romagna: -40%
– Puglia: -40%
– Toscana: -30%