MILANO – “Il Governo è distante anni luce dalla realtà. Ha deciso di impugnare la nuova legge regionale lombarda per il contenimento dei cinghiali. I ministri romani hanno gettato la maschera: per loro non esiste il problema in Lombardia. Del resto non hanno mai messo piede in un campo o in una azienda agricola”. Lo ha detto l’assessore di Regione Lombardia all’Agricoltura Fabio Rolfi, commentando l’impugnativa da parte del Governo della legge regionale sulla caccia. La normativa prevede, grazie alle recenti modifiche, la possibilità di effettuare la caccia di selezione al cinghiale tutto l’anno.
“Assistiamo quotidianamente a sfilate e ad annunci da parte dei ministri che – ha aggiunto Rolfi – in pubblico dicono di voler affrontare i problemi, ma poi nelle stanze istituzionali fanno l’esatto opposto. Ora hanno gettato la maschera”.
“Per contenere il cinghiale – ha sottolineato l’assessore – non esiste una alternativa alla caccia. O se qualcuno l’ha scoperta lo dica. Abbiamo i campi devastati nelle zone alpine e prealpine. I cinghiali causano un incidente stradale ogni tre giorni nella nostra regione. Abbiamo registrato anche dei morti per colpa degli attraversamenti stradali”.
Nel 2019 in Lombardia si sono registrati 128 incidenti stradali causati dal cinghiale per un totale di 199.453 euro di risarcimento e la Regione ha rendicontato circa 600.000 euro di danni causati da questa specie all’agricoltura.
“Siamo convinti – ha continuato – che la legge regionale rientri perfettamente nei limiti disegnati dal quadro normativo nazionale e che in sede di Corte costituzionale sarà riconosciuta la legittimità della nostra azione. Sotto il profilo politico tuttavia non possiamo far altro che constatare come il Governo continui a preferire l’ideologia al pragmatismo.
“Del resto – ha concluso Rolfi – l’assenza di ministri provenienti dal territorio lombardo pesa come un macigno in scelte come questa”.