Alla fine, a essere fiscali, gli inglesi sono da considerare a tutti gli effetti extracomunitari. E, numeri alla mano, sono quelli che più di tutti si stanno riversando nei Paesi dell’Unione Europea. A ritmi vertiginosi: un numero aumentato del 30% all’anno dallo storico voto sulla Brexit.
A rivelarlo è il Guardian, che cita uno studio condotto dall’Università di Oxford a Berlino in collaborazione con il Centro di Scienze speciali di Berlino. “Un aumento – conferma Daniel Auer, uno dei responsabili dello studio – che è di una dimensione che è lecito attendersi soltanto quando in un Paese è in atto una grande crisi politica o economica”.
I numeri dicono più di tante parole: sulla base dei dati Ocse ed Eurostat, si può rivelare che tra il 2005 e il 2015 ogni anno, in media, 56.832 cittadini provenienti dalla Gran Bretagna lasciavano la terra d’origine per trasferirsi sul continente in uno dei Paesi dell’Unione Europea. Dopo la Brexit la svolta. Mentre per molti italiani l’Inghilterra è diventata sempre di più il modello di riferimento, molti sudditi della Regina Elisabetta hanno deciso di lasciare il loro Paese: con una media, tra il 2016 e il 2018, di 73.642 addii in un anno.
Cresciuto a dismisura anche il numero dei britannici che, arrivati nella UE, hanno deciso di cambiare la cittadinanza: si tratta addirittura del 500% in più con punte del 2.000% registrate in Germania, dove sono stati naturalizzate 31.600 persone.