A luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione “torna a crescere”. L’Istat registra infatti un aumento su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) che coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni. Gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). Rispetto a luglio 2019 gli occupati diminuiscono di 556.000 unità e il tasso di occupazione perde 1,3 punti percentuali.
In rialzo anche il tasso di disoccupazione, al 9,7% (+0,5 punti da giugno, +0,1 punti da luglio 2019). I disoccupati aumentano del 5,8% (+134mila unità) mentre gli inattivi diminuiscono dell’1,6% (-224mila unità) con una contrazione che riguarda uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività diminuisce, attestandosi al 35,8% (-0,6 punti). Il tasso di disoccupazione giovanile torna sopra il 30% per la prima volta da oltre un anno: l’Istat lo attesta al 31,1%, in aumento di 1,5 punti da giugno e di 3,2 punti da luglio 2019.
“Dopo quattro mesi di forti riduzioni – commenta Confcommercio attraverso il suo Ufficio Studi – i segnali di ripresa emersi sul fronte dell’occupazione a luglio non possono essere interpretati con eccessivo ottimismo. Tra febbraio e giugno si sono persi 556mila posti di lavoro che difficilmente verranno recuperati in breve tempo. Il ritorno ai livelli pre-pandemia appare lento e complicato, come testimoniato dalla riduzione del numero di lavoratori indipendenti che sottende un fenomeno di chiusura di imprese destinato a proseguire nei prossimi mesi. Questa prospettiva, unitamente al ritorno sul mercato di parte degli inattivi e alla fuoriuscita dal limbo della cassa integrazione guadagni e dai fondi di solidarietà di parte dei dipendenti, rischia di spingere velocemente al rialzo il numero di persone in cerca di occupazione”.