MILANO – “Questa epidemia di peste suina si sta spostando pericolosamente. E i cinghiali selvatici sono tra i vettori principali della peste suina africana. La Germania non è dall’altra parte del mondo, bisogna evitare a tutti i costi che la malattia arrivi in Italia. Sarebbe un colpo letale per la suinicoltura lombarda e italiana, già alle prese con difficoltà economiche. Un caso di peste suina africana in Italia comporterebbe il blocco delle esportazioni di prosciutti e più in generale dei prodotti suinicoli. Serve aumentare l’allerta immediatamente”. Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia. La peste suina africana, infatti, è stata rilevata per la prima volta in Germania, in un cinghiale nel Brandeburgo, come confermato dal Governo tedesco.
“L’assenza del Governo italiano – ha aggiunto – su un tema cruciale come quello della proliferazione incontrollata della fauna selvatica, cinghiale in primis, preoccupa molto. Le Regioni sono lasciate sole, gli agricoltori abbandonati nonostante annunci, promesse e passerelle romane dei ministri competenti e dei loro sostenitori. A oggi non ci sono misure, le iniziative delle Regioni vengono impugnate dal governo e i piani per contenere la fauna selvatica vengono attaccati dalle associazioni pseudoambientaliste. Bisogna prevenire che si verifichino gravi danni economici e non inseguire il problema quando si presenterà”.
“La Lombardia – ha ricordato – è la prima regione italiana per numero di suini allevati”. “Stiamo parlando di un settore economico strategico che è sotto attacco da anni per motivi ideologici – ha concluso l’assessore – e che la Regione intende difendere e valorizzare in tutti i modi”.