LONDRA – Ci ha pensato il premier Boris Johnson a spiegare qual è la serietà dell’emergenza coronavirus oggi in Inghilterra: “Attualmente abbiamo un numero di persone ricoverate in ospedale a causa del Covid superiore a quello del giorno in cui era stato deciso il lockdown”. Fine della disputa, almeno da quelle parti.
Spesso, infatti, si sente ripetere che questa seconda ondata di contagi è “da prendere con le pinze”: ovvero il maggior numero di contagi è dovuto alla capacità di intercettare anche tutti quegli asintomatici che, ai tempi in cui era scoppiata l’epidemia, non eravamo nelle condizioni di individuare.
I numeri di Johnson, però, riguardano i ricoveri in ospedale: 3.451 pazienti alla data di domenica 11 ottobre, contro i 3.097 che si contavano il 23 marzo, quando in Inghilterra è scattato il lockdown.
Bisogna tuttavia aggiungere che all’epoca il numero dei pazienti in ospedale raddoppiava ogni 3 giorni. Ora che siamo in ottobre, invece, raddoppiano ogni due settimane.
Stephen Powis, direttore dell’Nhs, il servizio sanitario nazionale, ha sottolineato che il forte aumento di ricoveri riguarda gli ultrasessantacinquenni con particolare riferimento agli anziani che hanno più di 85 anni di età.