BELLUNO – Aveva manifestato i sintomi del Covid dopo essere rientrato da una vacanza in Thailandia, ma prima di sottoporsi al tampone, positivo, il primario di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Belluno avrebbe continuato a lavorare per 6 giorni in reparto, dando vita al primo focolaio del virus. Per questo il medico, 61 anni, è ora indagato dalla Procura di Belluno per epidemia colposa aggravata.
Una vicenda che risale agli inizi della pandemia, verso la fine di febbraio. Bianchini era rientrato in ospedale dopo un viaggio in Thailandia, dal 14 al 24 febbraio. Pur essendo stato in un’area a rischio, il primario non rimase in prudenziale isolamento fiduciario, ma riprese il lavoro in ospedale, visitando naso e gola di decine di pazienti.
Nel nosocomio si riscontrò poi un focolaio con 4 contagi diretti, e furono eseguii un centinaio di tamponi. Invitato dalla dirigenza ospedaliera a presentarsi al Dipartimento di prevenzione, Bianchini spiegò di non aver avuto contatti diretti con la popolazione nel paese del Sud est asiatico, e per questo sarebbe stato dichiarato ‘idoneo’. In corsia rimase fino al 3 marzo, quando i sintomi del Covid divennero chiari. Si sottopose così al tampone che risultò positivo. Assieme a lui sono indagati per falso altri 4 medici che avrebbero ‘coperto’ il collega. (Ansa).